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 2016  giugno 21 Martedì calendario

La sana follia di Zaza

Si possono dare le chiavi dell’attacco a uno come Simone Zaza che non ha ancora la patente per guidare la macchina e che gli amici chiamano simpaticamente «Follia»? «Per la patente sto studiando, mentre un po’ di sana follia fa parte di me – sorride l’attaccante reduce dalla sua prima stagione con la Juventus —. Sono entrato su Twitter da pochi giorni e come slogan ho scritto proprio che “la follia rende sani di mente”. Questa parola ce l’ho pure tatuata fra due dita della mano: perché in campo io sono esuberante, è il mio modo di giocare e a volte faccio bene proprio grazie a quel pizzico di sana follia che abbiamo tutti dentro di noi».
Zaza ha giocato appena 7 partite da titolare con la Juve, segnando però 8 gol (uno ogni 120’) tra cui quello decisivo nella sfida scudetto contro il Napoli. Ha fatto anche due assist, ma allo stesso tempo ha collezionato 8 cartellini gialli e 1 rosso, confermando di essere uno che dà sempre tutto, giocando a volte perfino con troppa foga. «Senza la quale però sono un mediocre» come dice lui, quasi per giustificare un certo atteggiamento in campo. Ma oggi Zaza è anche un centravanti innamorato, molto coinvolto dalla relazione con Chiara Biasi, blogger di moda attiva sulle piattaforme social, che ha raggiunto il fidanzato in Francia per la mezza giornata di riposo dopo la vittoria sulla Svezia e lo ha convinto a presentarsi su Twitter appunto con l’elogio della follia.
Una caratteristica che è già tornata utile alla Nazionale proprio nella seconda partita, dove il debuttante Zaza è stato capace di andare a prendere di testa una palla quasi impossibile sulla rimessa di Chiellini e passarla ad Eder: «Sì, quel gol è stato un po’ merito mio – dice Simone che da ragazzino ha praticato come Ibrahimovic il taekwondo e quindi ha una particolare dimestichezza con certi gesti tecnici acrobatici —, ma soprattutto è stato bravo Eder a stoppare un pallone difficile e a inventarsi quel gol. Io spero di avere spazio dall’inizio contro l’Irlanda, anche per mettere in difficoltà Conte nelle scelte. Ma so che dovrò meritarmelo». Per provare pure a tenere il passo del suo grande amico Morata: «Gli ho detto che ha segnato di testa solo perché si è tagliato i capelli quasi come me – scherza Zaza —. Qui in Francia spero di incontrarlo con la Spagna il più avanti possibile, mentre dopo l’Europeo andremo in vacanza assieme».
L’attaccante lucano, che si è tatuato anche il tempio della sua Metaponto, è pelato e con il barbone scuro, ma nelle giovanili dell’Atalanta portava i capelli lunghi ed era considerato un piantagrane, tanto da rimanere fuori rosa alcuni mesi. Adesso è cresciuto, anche se sotto la polvere accumulata in panchina cova sempre qualcosa.
«Entrare a gara in corso non mi pesa perché non lo vedo come il mio ruolo, anche se in questa stagione è capitato spesso – dice Simone, con una contraddizione che la dice lunga —. Sono contento di giocare 5 o 90 minuti, ma ovviamente mi alleno ogni giorno per avere più spazio. Anche nella Juve. Il mio impiego per il primo anno bianconero può andar bene, ma lotto per migliorare la mia situazione. L’obiettivo, comunque, è quello di restare a Torino. Non sono soddisfatto al 100%: posso dare molto di più». A cominciare da adesso. Per vedere quanto può durare l’Euro-follia azzurra.