la Repubblica, 18 giugno 2016
Rcs, Cairo rilancia e non molla. Ora la palla è nel campo di Bonomi
Un Urbano Cairo coraggioso e tenace : «Io non mollo». Non si è fatto intimidire dalla grandezza dei suoi avversari, potentati economici e finanziari costituiti da Mediobanca, Unipol-Sai, Pirelli a cui si è associato il finanziere del private equity Andrea Bonomi. E dopo una sola settimana dall’inizio della sua offerta in Borsa ha deciso di rilanciare, sostanzialmente pareggiando l’offerta concorrente. In trasparenza Cairo valuta i titoli Rcs 0,69 euro contro un prezzo di mercato che ieri si è attestato a 0,78 euro e a un’offerta concorrente al momento ferma a 0,7 euro. Basterà questo rilancio a vincere la partita? Ancora presto per dirlo, anche se Cairo ha mantenuto anche in questa occasione le sue prerogative: fare tutto da solo, senza alleati di peso, mettendo in gioco la sua casa editrice. Il suo concetto di base è molto semplice: convincere gli azionisti Rcs a scambiare le proprie azioni con titoli Cairo che potrebbero in futuro rivalutarsi grazie all’opera di ristrutturazione che verrà portata avanti dall’imprenditore di Alessandria in prima persona. Che cosa gli fa pensare che i fondi e i privati possano aderire a questa offerta? Cairo fa leva sul fatto che la sua è una proposta industriale, avanzata da un uomo che si è fatto da solo, prima come manager di grandi strutture come Publitalia e Mondadori, poi in proprio come venditore di pubblicità e quindi come editore che riesce a comprare e risanare la Giorgio Mondadori e l’emittente televisiva La7. Questo percorso l’ha portato a controllare al 72% un gruppo editoriale da 230 milioni di fatturato e 380 milioni di capitalizzazione borsistica, distribuendo negli ultimi dieci anni 260 milioni di dividendi quando i cugini della Rizzoli solo negli ultimi cinque hanno accumulato perdite per 1,3 miliardi bruciando più di 360 milioni di cassa. Certo Cairo è anche molto ambizioso, vuole conquistare una casa editrice blasonata come la Rcs che fattura quattro volte tanto la sua senza perdere il controllo. Per ottenere questo obbiettivo ha fatto ricorso a tutto l’armamentario a disposizione: l’assemblea della Cairo convocata per luglio, infatti, proporrà anche il voto maggiorato. Ciò significa che se il patron si diluirà troppo in seguito all’esito positivo dell’Ops, le azioni che rimarranno in suo possesso voteranno doppio, permettendogli di mantenere il controllo dell’azienda. Anche nel caso di una fu- sione tra Cairo ed Rcs che dovrebbe avvenire nei 12-24 mesi successivi alla chiusura dell’Ops. In questo modo mette anche sul piatto più risorse finanziarie, grazie alla liquidità di 108 milioni nella sua azienda. A cui potrà aggiungersi un aumento di capitale da 70 milioni riservato a qualche nuovo socio che potrebbe aggiungersi alla partita. Uno sforzo importante per controbilanciare la potenza di fuoco di Bonomi e soci i quali si sono impegnati a versare altri 150 milioni in aumento di capitale e forse anche di più per far crescere Rcs anche. Ecco dunque che la battaglia si fa sempre più dura, con qualche astuzia da entrambe le parti. Cairo ha annunciato ieri sera un dividendo straordinario di 20 milioni nel caso l’Ops non andasse in porto. Un modo per sostenere il suo titolo in Borsa in questi giorni cruciali, dopo i su e giù poco spiegabili delle settimane scorse. Dall’altra parte Bonomi & C. possiedono già il 22,6% di azioni Rcs e si sono detti pronti ad accettare anche solo un 30% finale. Ciò significa che se otterranno almeno un 7,4% dal mercato potranno costituire una minoranza di blocco con cui Cairo, anche se vincesse, dovrà sempre trattare. Ma ora la palla è nel campo di Bonomi e toccherà a lui decidere se migliorare l’offerta cash da 0,7 euro. Entro venerdì prossimo.