Il Fatto Quotidiano, 19 giugno 2016
Sanità, trasporti, sicurezza. Rio va verso la bancarotta, altro che Olimpiadi
I malati si lamentano negli ospedali pubblici di Rio de Janeiro, molte volte sdraiati a terra invece che ricoverati sui letti in corsia, e negli istituti di medicina legale c’è la fila dei corpi delle vittime della violenza carioca, ormai sempre più dirompente nella città che ha decretato il fallimento finanziario a soli 47 giorni dall’inizio delle Olimpiadi.Il governatore dello stato di Rio de Janeiro, Francisco Dornelles, ha dichiarato lo stato di calamità. Il provvedimento consentirà all’amministrazione di ottenere dal governo federale 2,9 miliardi di reais che dovrebbero permettere di terminare la Linea 4 della metro e fare fronte alle spese extra destinate allo svolgimento degli attesi giochi olimpici, ad agosto.
La decisione è stata presa giovedì scorso durante una cena a Brasilia, dove il governatore Dornelles, assieme a Eduardo Paes, il sindaco di Rio de Janeiro e il presidente ad interim della Repubblica, Michel Temer, ha ritenuto che la dichiarazione d’emergenza, seppure preoccupante e di cattivo auspicio per i carioca e per il mondo, è la soluzione migliore per fare in modo che Rio de Janeiro non affondi in altri debiti, divieto posto a maggio dalla ex presidente Dilma Rousseff.
Lei stessa aveva determinato il blocco di erogazione dei fondi, dopo che l’amministrazione comunale governata dal Pmdb aveva dichiarato insolvenza bancaria nel ripagare il debito contratto con l’Agence Française de Développement. Temer è venuto in aiuto alla città governata dal Pmdb, il suo partito, ormai in balia degli scandali di corruzione che travolgono anche lui stesso e i principali leader peemedebisti, i quali, secondo le denunce dell’ex presidente della Transpetro, Sérgio Machado, avrebbero ricevuto per anni mazzette di centinaia di milioni di reais nell’ambito della Lava Jato, la tangentopoli della statale petrolifera brasiliana.
L’immagine di corruzione non aiuta certo Temer, che deve fronteggiare anche l’accusa di reggere un governo golpista, da quando ha preso il potere assieme al Psdb, l’ex principale partito d’opposizione, anch’esso travolto nello scandalo di corruzione. L’avere dichiarato lo stato di calamità pubblica, consentirà ora alla prefettura carioca d’adottare provvedimenti straordinari, tra cui dilazionare i salari, se non addirittura sospenderli, nella città in cui la criminalità e il narcotraffico hanno ripreso il controllo del territorio.
La mancanza di sicurezza preoccupa gli organizzatori dei giochi che temono un flop olimpico, anche a causa delle epidemie di dengue, chikungunya e zika, malattie e virus che colpiscono ovunque in città. I brasiliani sono stufi di vedere denaro pubblico investito negli stadi, anziché in ospedali e scuole.
L’ordine pubblico vacilla da molto tempo in Brasile, e più che mai oggi, a causa della stretta fiscale dell’ex presidente del BankBoston, oggi ministro delle Finanze, Henrique Meirelles, il quale chiede massicce privatizzazioni e pesanti sacrifici a milioni di brasiliani: elettori che andranno alle urne per le amministrative del due ottobre e forse, potrebbero essere chiamati a eleggere anche un nuovo presidente.