la Repubblica, 19 giugno 2016
Un altro blitz anti-terrorismo a Bruxelles, tra psicosi e lupi solitari
È stato un blitz antiterrorismo di proporzioni inedite quello che si è svolto in Belgio venerdì notte. La polizia ha condotto perquisizioni in sedici comuni nella regione di Bruxelles ma anche nelle Fiandre e in Vallonia.
L’operazione è scattata dopo alcune intercettazioni su un gruppo di individui che sembrava pronto a condurre un attacco “imminente”. Secondo la tv fiamminga Vtm il piano era colpire durante la partita Belgio-Irlanda, giocata ieri pomeriggio. «Gli elementi raccolti ci hanno spinto a intervenire immediatamente» ha spiegato la procura federale che ha coordinato le operazioni. Quaranta persone sono state fermate nel corso della notte e ieri sera per tre uomini – Samir C., Moustapha B. et Jawad B. – il fermo è stato convalidato in arresto con l’accusa di «partecipazione ad attività terroristiche». Altri nove sono stati rilasciati.
Durante le perquisizioni non sono stati trovati armi o esplosivi.
Nonostante l’operazione antiterrorismo lanciata dalla polizia, l’allerta sicurezza nel paese rimane al livello 3, un gradino sotto a quello massimo. «La situazione è sotto controllo»ha commentato il premier Charles Michel.
«Vogliamo continuare a vivere normalmente» ha aggiunto. A dimostrazione del clima di tensione, ieri un altro allarme terrorismo ha riguardato una sinagoga di Bruxelles: ma si è rivelato infondato.
Le fan zone dove poter guardare Belgio-Irlanda sono rimaste aperte ieri a Bruxelles anche se quella vicino alla gare du Nord ha riunito poco più di 200 tifosi.
Martedì scorso un’informativa dei servizi belgi aveva allertato sul ritorno in Europa di diversi jihadisti presenti in Siria con l’obiettivo di colpire in Belgio o in Francia.
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«Siamo pronti a tutto» aveva detto il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve prima dell’inaugurazione di Euro 2016. Le autorità francesi hanno soprattutto dimostrato di essere impreparate per affrontare la minaccia più scontata, quella degli hooligans. Da Marsiglia a Lille, gli incidenti sono stati quasi quotidiani, con già 323 tifosi fermati e 24 espulsi, tra cui l’ultranazionalista e capo degli ultras russi Alexandre Chpryguine. Gli arresti di venerdì notte in Belgio dimostrano però che il pericolo attentati è sempre presente. Nonostante il dispiegamento di mezzi (oltre 90 uomini delle forze dell’ordine), le prime défaillance sulla sicurezza e gli allarmi hanno accompagnato questa prima settimana di Euro 2016.
“L’EURO DIVENTERÀ UN CIMITERO”
L’Italia gioca Lione contro il Belgio. Sette mesi esatti dopo l’attacco al Bataclan e ai bistrot parigini, Larossi Abballa, 25 anni, pugnala a morte il poliziotto Jean-Baptiste Salvaing mentre sta tornando nella sua casa di Magnanville, banlieue ovest di Parigi. Abballa entra poi nella villetta e uccide la moglie di Salvaing, Jessica Schneider, davanti al figlio di tre anni. «L’Euro 2016 diventerà un cimitero», minaccia il ragazzo in un video pubblicato in diretta su Facebook. Un’agenzia collegata al Califfato rivendica l’attacco. Abballa era già stato arrestato per jihadismo e dopo essere stato scarcerato era stato sorvegliato dall’antiterrorismo, senza che destasse sospetti. Ieri tre persone del suo entourage sono state fermate.
“MORIRANNO ALTRI INNOCENTI”
Secondo i servizi segreti francesi l’attentato di Magnanville s’inserisce nella nuova strategia del Califfato che punta su atti individuali piuttosto che operazioni su larga scala. L’Is sta perdendo terreno sul piano militare e avrebbe ora più difficoltà a organizzare attacchi multipli con commando. «Colpite ovunque voi siate», ha detto il portavoce del Califfato, Al Adnani, in un video il 21 maggio. La Francia è da 7 mesi al livello massimo di allerta, con lo stato di emergenza prolungato per la terza volta. Ma secondo Manuel Valls «non esiste rischio zero». «Moriranno altri innocenti», ha ammesso il premier martedì scorso.
LA PAURA DEI TURISTI DEL CALCIO
Alla vigilia di Italia-Svezia a Tolosa, viene arrestato un giovane di 22 anni, armato di un coltello e di un martello. L’uomo ha detto di voler aggredire turisti inglesi e russi a Carcassonne, un centinaio di chilometri a sud di Tolosa. Il giovane sarebbe schizofrenico, convertito all’Islam due anni fa eanche schedato “S”, il livello dei radicalizzati più a rischio. Il turismo calcistico è stato molto impattato dalla minaccia terrorismo. Per vedere gli Azzurri si sono spostati 11mila italiani su 55mila spettatori a Lione e 9mila su 33mila a Tolosa. La Federalberghi francese ha tassi di occupazione degli hotel fino al 40% in meno rispetto ai Mondiali ‘98.
TIFO E ALLARMI
Il giorno dell’inaugurazione la sala stampa dello Stade de France è stata evacuata per dei controlli. Bordeaux ha avuto già due falsi allarmi: il primo il 10 giugno alla stazione ferroviaria e il secondo ieri nello stadio, per un borsa lasciata sotto a un seggiolino. Giovedì scorso la prefettura della Gironda, la regione di Bordeaux, è stata costretta a diramare un comunicato per smentire un testo apparso sui social network che parlava di un «imminente attacco» citando nomi di strade. Un altro messaggio, «non credibile» secondo le autorità, citava attentati su «metrò, treni e Champs-Elysées». La paranoia alimentata da messaggi telefonici o in Rete è una novità con cui le autorità francesi hanno imparato a convivere negli ultimi mesi.
STADI “BLINDATI”
Le autorità avevano promesso la massima sicurezza negli stadi. All’ingresso i controlli sono come quelli degli aeroporti: metal detector e scanner. Eppure già nella seconda giornata di Euro 2016 gli ultras russi sono riusciti a portare un razzo dentro al Vélodrome di Marsiglia. L’indomani al Parc de Princes un tifoso croato ha invaso il campo dopo il goal di Modric. Senza contare i fumogeni e petardi sparati in partite come Albania-Svizzera a Lens, Repubblica Ceca-Croazia a Saint-Etienne e Belgio-Irlanda ieri a Bordeaux. Gli stadi francesi si sono rivelati ben poco “blindati”.