Corriere della Sera, 19 giugno 2016
Il killer di Jo Cox in aula grida: «Morte ai traditori, libertà per la Gran Bretagna»
«Era un essere umano, era perfetta». Pallidi, con il viso segnato dalla tragedia ma pur sempre pronti al sorriso, la madre, il padre e la sorella di Jo Cox hanno reso omaggio ieri a una donna «estremamente positiva, il cui desiderio, da sempre, era che tutti fossero felici». Uniti nel dolore come nel ricordo indelebile della deputata, hanno sottolineato che non potevano «continuare a guardare l’affetto della gente senza ringraziare». Nonostante la difficoltà del momento, si sono uniti alla folla nella piazza principale di Birstall, a pochi metri da dove la figlia giovedì ha perso la vita. Hanno abbracciato gli amici, stretto le mani tese verso di loro, letto i messaggi lasciati per Jo. «Ci sono delle cose nella vita che non dovresti mai dover fare», ha detto la sorella Kim. «Ieri sera ho dovuto identificare il cadavere di mia sorella. Ecco Jo Cox, deputata, figlia primogenita dei miei genitori, l’unica sorella che avevo, moglie, madre. Era una donna straordinaria. Per lei il bicchiere era sempre mezzo pieno». «Vedeva soprattutto – ha aggiunto – l’aspetto positivo». Quando riceveva messaggi minatori su Twitter e Facebook le telefonava: «ridevamo e piangevamo insieme. Poi mi ricordava che in giro c’è una grande maggioranza silenziosa e moderata». «Sappiamo – ha aggiunto nell’unico riferimento per quanto indiretto all’assassino – che c’è gente cattiva in questo mondo, ma c’è anche tanta, tanta gente buona. Adesso la nostra famiglia è rotta ma ci aggiusteremo e non permetteremo che Jo lasci le nostre vite».
Se nello Yorkshire la famiglia ha dato prova di forza, dignità e coraggio, poche ore prima a Londra Thomas Mair, l’uomo accusato di aver ucciso Cox, aveva offerto uno squarcio del suo stato mentale e della sua ideologia. Quando il giudice della Westminster Magistrates Court, durante l’udienza preliminare, gli ha chiesto il nome ha risposto «morte ai traditori, libertà per la Gran Bretagna». Poi più nulla. «Un simpatizzate neo nazista», l’ha definito la stampa. Di fronte alla domanda di rito sulla sua data di nascita e la residenza, si è chiuso nel mutismo. Tuta grigia, scarpe nere, capelli e barba brizzolati, Mair è stato riportato nel carcere di Belmarsh, alla periferia di Londra. Lunedì mattina tornerà in tribunale. Oltre che di omicidio premeditato, è accusato di lesioni gravi, detenzione e possesso illegale di armi. Il giudice ha chiesto una valutazione psichiatrica.
Rimane in ospedale invece Bernard Carter-Kenny, il 77enne che giovedì era intervenuto per aiutare Cox ed era stato pugnalato allo stomaco. È stato operato e le sue condizioni sono stabili. Per Kim è un eroe: «Che uomo straordinario», ha detto, mentre è emerso che già 40 anni fa aveva rischiato la vita per salvare alcuni colleghi minatori.
Lunedì il parlamento si riunirà per rendere omaggio alla deputata scomparsa, mentre la campagna sul referendum europeo riprenderà già oggi, sicuramente con toni più moderati rispetto ai giorni prima della morte di Cox.
«Nelle ultime 48 ore la gente non è stata zitta», ha sottolineato Kim. «Jo sarebbe stata felice di vedere la solidarietà che si è creata. Dobbiamo portarla avanti nei prossimi giorni e nei prossimi mesi, come parte del lasciato di Jo, e pensare, come direbbe lei, a quello che ci unisce, non quello che ci divide». Il fondo benefico creato in sua memoria ha già racconto mezzo milione di sterline.