Il Fatto Quotidiano, 20 giugno 2016
Risotto al cianuro, tonno al mercurio, orate all’acqua ossigenata, spigole all’amoniaca e wurstel all’unghia di pollo. Il cibo ci ucciderà (almeno secondo i Talk show)
Il talk-show è morto. La politica ha stancato. La gente vuole che si parli della vita vera, dei problemi di tutti i giorni. E allora dopo le 23 quando i politici e Pagnoncelli e Ghisleri sono già a tavola da un pezzo Di Martedì e Ballarò ci mettono in guardia sulle insidie che si nascondono nel nostro apparentemente tranquillo tran tran di piatti da lavare e alimenti da ingerire e espellere secondo modalità che, fino a ieri, ci parevano indegne di nota.
I servizi partono con una musica buffa agghiacciante come gli horror coi clown e si susseguono senza tregua: nel riso c’è il cianuro, nel tonno il mercurio, nelle orate l’acqua ossigenata, nelle padelle il teflon cioè il tumore, nella carne gli antibiotici, nel pesce crudo i vermi, nei wurstel le unghie dei polli, nel macinato i parassiti, in tutto gli ormoni.
E tu che hai appena cucinato almeno una di queste cose pensi che è meglio ordinare una pizza ma mentre la stai mangiando un servizio avvisa: il cartone è in carta riciclata? Bene per le foreste, ma male per te (tumore). In studio a dar manforte al sincopato terrorismo domestico ci sono una nutrizionista sadica, un avvocato dei consumatori, un’esperta di complottismo della casta anti-igienica e tutti confermano che sì, meglio mangiare frutta e verdura e bere molta acqua.
La prossima volta al mercato (rionale: i supermercati sono l’Anticristo), chiedi al pescivendolo che non ci siano sbiancanti sui calamari, solfiti nell’orata, ammoniaca nelle spigole, che le trote non siano da allevamento e i moscardini decongelati o di Fukushima. Quello ti risponderà sinceramente, al limite manderà l’invenduto all’avvocato nutrizionista infettivologo di Ballarò, e comunque non c’è ragione di allarmarsi, basta rispettare la catena del freddo per evitare enterotossine.
Ma mentre sei in bagno a vomitare i residui di pizza, in salotto stanno entrando zanzare (virus Zika, peste) e nel tagliere della cucina fanno bisboccia Anisakis, Escherichia Coli e Stafilococco (ormai li conosci per nome, sono più famosi di Cacciari e Salvini). In spiaggia non mangiare cocomero (“Molti annegati sottoposti a autopsia avevano pezzi di cocomero nella pancia”, mah). Meglio il cocco dei venditori ambulanti (trasecoli: nel secchio non ci stanno legioni di germi? Non è il Walhalla del vibrione?). Fai una passeggiata, ma attento: nelle cacche dei cani ci sono parassiti che bucano gli intestini, questo nel caso tu faccia la cosa più ragionevole, toccare la deiezione e metterti le mani in bocca. Ti scappa la pipì? Niente bagni pubblici: sono il laboratorio di una sotterranea guerra batteriologica che l’umanità sta conducendo contro se stessa e dunque l’esperta, tra applausi scroscianti che manco a un Vaffa-day, consiglia: meglio cercarsi un’aiuola e farla lì.
C’è forse un insegnamento sotteso: mentre parlava Di Battista, stavi incubando allergie, asma, infezioni, shock anafilattici, tubercolosi. Mentre ascolti Nardella, la tua cucina è presa d’assalto da legioni di batteri, virus, insetti, metalli pesanti, agenti patogeni subdoli che lavorano alla tua rovina. Altro che Italicum.