Corriere della Sera, 20 giugno 2016
Chi era Jurij Andropov
Mi incuriosisce la figura di Andropov, prima direttore del Kgb, poi segretario generale del partito. Secondo le sue informazioni, la malattia lo allontanò effettivamente dal potere o era comunque scontata una sua successione?
Andrea Sillioni
Caro Sillioni,
Jurij Andropov era ambasciatore a Budapest nel 1956 ed ebbe certamente una parte decisiva nella soppressione dei moti rivoluzionari ungheresi. Era nato nel giugno del 1914 e apparteneva alla prima generazione russa interamente cresciuta nella «patria del socialismo». Fu direttore del Kgb dal 1967 al 1982 e non fu estraneo al rigore con cui lo Stato sovietico, in quegli anni, trattava i suoi dissidenti. Era membro dell’Ufficio politico del Comitato centrale (il Politbjuro) nel dicembre del 1979 e dette certamente, come capo dell’Intelligence, un c0ntributo fondamentale all’invasione sovietica dell’Afghanistan. Non sarebbe realistico, quindi, supporre che Andropov, dopo la nomina al vertice del partito nel 1982, potesse ribaltare le convinzioni e i principi della sua esistenza. Ma era intelligente, intellettualmente onesto e, grazie al suo mestiere, buon conoscitore delle reali condizioni di un Paese ormai afflitto da una sorta di paralisi politico-amministrativa.
In uno dei suoi ultimi libri ( Il nuovo muro, Sperling e Kupfer), Michail Gorbaciov scrive che «frequentava attivamente studiosi, letterati e uomini di cultura. Sentiva il bisogno di coltivare quegli scambi, forse perché la macchina burocratica del partito lo opprimeva».
Nessuno meglio di Andropov, quindi, sapeva che l’Urss era una grande macchina inceppata e che il divario tra le sue condizioni e quelle dell’Occidente, in tutti i campi dell’economia e della tecnica, si stava progressivamente allargando. Non avrebbe mai avuto il coraggio di riformare il sistema economico, ma sperò di moralizzare il partito predicando rigore, sobrietà, correttezza. La glasnost (chiarezza, trasparenza) sarà di lì a poco una delle parole d’ordine di Gorbaciov, ma era già presente nel programma di Andropov. Fra le due persone vi furono per alcuni anni rapporti di vera amicizia.
In un altro dei suoi libri ( Ogni cosa a suo tempo, Marsilio), Gorbaciov racconta che i loro incontri erano frequenti, soprattutto durante le vacanze, e che i loro scambi di opinione erano molto franchi. Ma sembra ritenere, con ragione, che Andropov fosse convinto di potere cambiare l’uomo sovietico con circolari e ordini di servizio. Naturalmente questi giudizi sono scritti ora, quando l’ultimo leader sovietico può tenere conto degli errori di un’altra riforma fallita: quella di cui fu protagonista dal 1985 al 1991.