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 2016  giugno 20 Lunedì calendario

Sulle Madri padrone, quelle che non riescono a lasciar andare i figli

C’è madre e Madre. La Madre è totalizzante, ambisce a trattenere i figli con sé e troppo spesso ci riesce, mettendo in atto le più varie strategie. La madre (con la minuscola) è fallace, imperfetta, accetta di lavorare in perdita, la perdita del figlio che se ne va per la sua strada. La famiglia che viviamo, secondo Laura Pigozzi («Mio figlio mi adora», nottetempo editore), tende a essere una famiglia inclusiva, simbiotica, claustrofobica, teme l’apertura al mondo, diventa una prigione (complici le poche opportunità offerte dal mondo del lavoro). La famiglia non insegna quel che dovrebbe: cioè la separazione. Perché «la vera filiazione è aver ricevuto dai propri genitori la possibilità di lasciarli».
Diceva Freud che «il progresso della società si basa su questa opposizione tra generazioni». Quel che Pigozzi rimprovera ai genitori è la paura del conflitto, come se il conflitto fosse sempre irrimediabile. Il suo è un libro provocatorio e impietoso: contro la retorica della famiglia all inclusive, che risucchiando in sé il mondo diventa un nucleo non solo frustrante ma violento. E non si parla solo di famiglie «normali», ammesso che ne esistano ancora: si parla dell’ampia varietà di famiglie, separate, monogenitoriali, adottive, allargate, persino di quelle omosessuali. «La filiazione è rinuncia alla proprietà naturale». Non è solo un mettere al mondo, ma un mettere nel mondo, consegnare alla società e al futuro. Invece, prevale una nuova dinamica servo-padrone: «Esattamente come un tempo un eccesso di repressione era insito nella funzione patriarcale, oggi la nuova oppressione è il plusmaterno».
Non più il Padre padrone fisicamente violento, ma la Madre padrona, altrettanto pericolosa perché la tenerezza di questa dedizione incondizionata ne occulta il potere. È cambiato il padrone, ma non è cambiata la dinamica della sopraffazione. Il plusmaterno è debordante, totalizzante. I segnali del mito della genitorialità modello si moltiplicano: dalla «mistica dell’allattamento» al ritorno del parto in casa, dal frequente cedimento al dormire nello stesso letto alla crescente avversione verso la scuola se non è «copia fedele dei propri valori interni».
Si è parlato fino alla nausea di fragilità del padre e ora una donna, psicanalista impegnata a leggere le questioni che riguardano le famiglie e il femminile, mette in discussione i superpoteri materni. E lo fa illustrando casi e casi di «appropriazione aggressiva», ma anche appellandosi al repertorio letterario, dalla Bibbia a Elfriede Jelinek, da Hofmann a Kafka. La famiglia, sostiene, è diventata un crocevia tra due sindromi fatali, quella di Stendhal (l’ammirazione per un’opera d’arte che fa star male) e quella di Stoccolma (la dipendenza psichica della vittima dal suo aguzzino). Che ne sia responsabile la madre, anzi la Madre, è nella logica delle cose: è su di lei che ricade il peso maggiore, psicologico e pratico, è lei che ha occupato tutti gli spazi lasciati liberi dal padre: evanescente, assente per fuga consapevole, per viltà, per disinteresse, per fragilità o per timore. E non è escluso che ad essere plusmaterno sia il padre, posseduto dalla stessa tentazione iperprotettiva della sua partner: è quello che Pigozzi chiama il «genitore Pigmalione»: l’amico, il confidente, il soccorrente, l’«amante» del figlio o della propria figlia.
Mai dimenticare che la famiglia è composta almeno da due persone. «Se il padre evapora è perché la sua donna è evaporata nel venire meno della donna nella madre», è l’atto d’accusa di Pigozzi. C’è allora da chiedersi qual è la funzione paterna in questo plusmaterno simbiotico. Non più il Padre padrone, «drogato di narcisismo» e neppure il padre frustrato, sconfitto, che ha rinunziato alla sua «funzione di trasmissione». Trasmettere che cosa? Una traccia, una misura in relazione al «posto sociale», a quello che Pigozzi definisce in termini lati il «lavoro» come relazione con l’Altro. La figura del padre come mediatore tra il desiderio (della madre) e il mondo attivo. Molto gratificante. Ce la farà?