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 2016  giugno 20 Lunedì calendario

Le guardie turche continuano a massacrare i rifugiati e ammazzano anche i bambini. È successo al confine tra Khirbet al Jouz, nel Nordest della Siria

«Una famiglia di siriani è stata uccisa mentre tentava di attraversare il confine turco, almeno otto persone sono morte. Le guardie turche continuano a massacrare i rifugiati che fuggono dalla brutalità del regime di Assad e dalle bombe». Con queste parole l’Osservatorio Siriano per i diritti umani, un’organizzazione umanitaria che ha sede in Gran Bretagna, ieri ha accusato Ankara di una strage avvenuta mentre un gruppo di profughi stava tentando di attraversare il confine tra Khirbet al Jouz (nel Nordest della Siria) e la provincia turca di Hatay.
Tra le vittime ci sarebbero anche quattro bambini e tre donne. La notizia è stata confermata dalla Coalizione Nazionale Siriana, un gruppo di opposizione che è appoggiato dalla Turchia e ha sede ad Istanbul. In un comunicato la Coalizione parla di undici morti ed «esprime sorpresa e condanna per questa tragedia terribile che ha colpito i nostri fratelli in fuga dal regime. La morte di questi siriani indifesi è in contraddizione con l’ospitalità del governo e del popolo turco».
I militari turchi, però, negano categoricamente: «La notizia secondo la quale i soldati turchi avrebbero ucciso nove persone nella provincia di Hatay non è vera. La scorsa notte c’è stato un tentativo di passare la frontiera illegalmente ma non sono stati sparati colpi d’arma da fuoco direttamente sulle persone – si legge in un comunicato —. Dopo alcuni spari d’avvertimento il gruppo è scappato nella foresta».
La notizia della strage è arrivata ieri alla vigilia della Giornata mondiale del rifugiato che si celebra oggi e l’Unicef ha condannato con forza l’episodio: «Chiunque spara a dei bambini che tentano di fuggire dal terrore è un criminale, come criminale è anche chi li costringe alla fuga dal loro Paese. Il mondo continua a tacere», ha detto Andrea Iacomini portavoce di Unicef Italia. Mentre la presidente della Camera, Laura Boldrini, ha auspicato che «l’accordo dello scorso anno con la Turchia non diventi un modello permanente».
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani dall’inizio dell’anno sono 60 i rifugiati uccisi nel tentativo di entrare in Turchia. Un’accusa che viene respinta con sdegno da Ankara che, al contrario, sostiene di essersi fatta carico più di ogni altro Paese del dramma siriano ospitando quasi 3 milioni di profughi. Nei mesi scorsi la Turchia ha deciso di chiudere il lungo confine con la Siria per evitare ulteriori ingressi ma ha sempre negato di aver sparato a chi tentava di entrare clandestinamente.