18 giugno 2016
Per il delitto di Jo Cox si segue la pista neonazista • Falluja libera dall’Isis • Domani gli elettori di 121 comuni sono chiamati alle urne per i ballottaggi • Confermata l’esclusione dell’atletica russa, per lo scandalo doping, dalle Olimpiadi di Rio • Prendere appunti a penna anziché al computer ci fa imparare di più
Cox 1 E’ emerso che Jo Cox, 41 anni, la deputata uccisa perché contraria alla Brexit (vedi Fior da fiore di ieri) aveva ricevuto diverse minacce attraverso i social media e la posta elettronica. Le forze dell’ordine stavano, pare, per assegnarle una scorta (P. D. C., Cds)
Cox 2 Per il delitto di Jo Cox la polizia del West Yorkshire non esclude il movente politico. L’inchiesta, nella quale è coinvolta l’unità anti-terrorismo, sta seguendo varie tracce, tra cui anche quella dei legami con organizzazioni di estrema destra. A casa del cinquantaduenne Thomas Mair, a un quarto d’ora a piedi dal luogo dell’omicidio, gli agenti hanno trovato articoli «nazisti». Divise, fascicoli, libri. Dalle ricerche del Southern Poverty Law Center, un ente statunitense contro il razzismo e la discriminazione, emerge che Mair negli anni 80 e 90 era stato un seguace della National Alliance, un’organizzazione per la supremazia bianca della Virginia occidentale. Attraverso il gruppo aveva acquistato libri come Chimica delle polveri e gli esplosivi , Il manuale delle munizioni improvvisate nonché una copia di Ich Kampfe , guida ideologica distribuita ai membri del partito nazista nel 1942. Non aveva un lavoro fisso: arrivava a fine mese mettendo a posto il giardino dei vicini e dando una mano al centro di collocamento, eppure vent’anni fa Mair con la National Alliance aveva speso più di 600 dollari. Era stato un abbonato di una rivista estremista sudafricana. Stando a testimoni oculari prima di uccidere Cox ha gridato due volte «Britain first!», nome di un partito estremista britannico. Il partito però nega che Mair fosse un suo membro e ha biasimato senza mezzi termini l’accaduto. Eppure emerge che Cox, che con il suo primo intervento aveva sottolineato di essere orgogliosa di appartenere a una comunità multiculturale e che aveva formato e presiedeva il gruppo parlamentare per la Siria, aveva recentemente criticato «il razzismo e il fascismo» di Britain first (De Carolis, Cds).
Cox 3 La famiglia di Mair così come i suoi vicini non riescono a credere che sia stato proprio lui, l’uomo «solitario, tranquillo e gentile» che abitava tra di loro, che salutava educatamente, che «faceva volontariato tra gli emigrati, aiutandoli a imparare l’inglese», a uccidere Cox. «L’ho visto in tv, l’ho riconosciuto, sono caduto dalle nuvole», racconta il fratellastro Duane St Luis, 41 anni. Non l’ha mai sentito pronunciare una parola razzista (se ne sarebbe accorto, il padre di Duane è nero) o fare un discorso politico. Non ha la più pallida idea di come si sia procurato una pistola. «Gli piacciono i libri, la sua casa ne è piena, non le armi». Concorda l’altro fratello, Scott Mair, 49 anni: «Non riesco a crederci, mio fratello non è un uomo violento, e non è particolarmente interessato alla politica». L’inchiesta della polizia sta mettendo a fuoco anche il profilo mentale di Mair, che era stato un paziente del Pathways Day Centre di Mirfield. Il fratello Scott ha raccontato che Mair aveva avuto problemi mentali in passato e aveva preso medicinali, ma che ultimamente stava molto meglio (ibidem).
Iraq L’esercito iracheno ha riconquistato il centro di Falluja. La città, la prima a cadere nelle mani dell’Isis nel gennaio del 2014, torna sotto il controllo di Baghdad dopo due anni e mezzo. Le ultime centinaia di combattenti dell’Isis che resistevano sono stati spazzati via prima da un massiccio bombardamento di artiglieria, poi dal blitz delle forze d’élite. Sono rimasti ancora piccoli gruppi isolati. Alcune decine di jihadisti, ieri sera, erano asserragliati nell’ospedale, con ostaggi, circondati dai reparti anti-terrorismo. Le bandiere nere, comunque, non sventolano più nella roccaforte sunnita e dei gruppi islamisti. Un migliaio di combattenti dello Stato islamico hanno resistito per un mese contro 15 mila uomini. Le perdite di esercito e milizie sono stimate in 300-400 morti. Il doppio fra i jihadisti. Dei trecentomila abitanti di due anni fa ne rimangono meno di un terzo. Il centro è in gran parte distrutto, le strade, gli edifici pubblici sono minati (Stabile, Sta).
Ballottaggi Sfida finale per i sindaci, soprattutto in cinque città: Roma, Milano, Napoli, Torino e Bologna. Domani si torna a votare, solo un giorno dalle 7 alle 23. Fuori i partiti, restano solo i duelli dei candidati, ballottaggi che sono determinanti anche per i destini dei partiti nazionali e dei loro leader. A Napoli si sfidano l’uscente Luigi de Magistris e l’uomo del centrodestra Gianni Lettieri. È l’unica grande città dove il Partito democratico resta fuori, escluso già al primo turno con un risultato pessimo. Nella Capitale parte in vantaggio la grillina Virginia Raggi, davanti al dem Roberto Giachetti. È la partita maggiore, Giachetti prova a giocarsela annunciando in extremis un “acquisto” a destra: l’ex Msi Flavia Perina sarà la sua portavoce in caso di vittoria. Altro match 5stelle-Pd a Torino con Piero Fassino contro Chiara Appendino. L’attuale sindaco è molto avanti dopo la prima tornata, ma i riflettori sono puntati anche sul capoluogo piemontese. A Bologna invece il dem Virginio Merola si confronta con la candidata leghista e sostenuta da Forza Italia Lucia Borgonzoni e lo stesso schema si replica a Milano dove va in scena il bipolarismo classico: Beppe Sala, centrosinistra, e Stefano Parisi, centrodestra (Rep).
Doping Confermata l’esclusione dell’atletica russa, per lo scandalo doping, dalle Olimpiadi di Rio. La decisione unanime «ma sofferta» dei 24 membri del Consiglio della Iaaf riuniti ieri a Vienna è giunta al termine di una delle più drammatiche sedute della loro storia. I sospetti di “doping di stato” sono ancora lì. La teoria del complotto sistemico ventilato alla fine del 2015 dalla Wada (l’agenzia mondiale anti-doping), che a novembre portò alla sospensione dell’atletica russa, è stata confermata dalla recente task force guidata dal norvegese Andersen: «Abbiamo notato progressi, ma insufficienti». La Russia aveva riconosciuto le colpevoli negligenze nella gestione del suo sistema anti-doping. «Bel gesto, ma non ci basta». Si era persino sospettato un diretto coinvolgimento, mai provato, del governo di Mosca. «Decisione attesa ma ingiusta, reagiremo», protestano al Cremlino. Putin aveva auspicato più giudizio: «Non è mai esistito doping di stato, bisogna fare distinzioni fra puliti e colpevoli». Nei giorni scorsi il Ministro dello sport russo Mutko aveva evidenziato i consistenti sforzi per rientrare nei parametri richiesti: «Ora siamo in regola ». Sforzi inadeguati. La campionessa dell’asta Elena Isinbaeva si è scagliata contro la Iaaf: «È una violazione dei diritti umani, ricorreremo ai tribunali» (Sisti, Rep).
Penna Due anni fa gli psicologi americani P.A. Mueller e D.M. Oppenheimer nello studio «The pen is mightier than the keyboard: Advantages of longhand over laptop note taking» («La penna è più forte della tastiera: vantaggi degli appunti scritti a mano libera sugli appunti presi al computer»), avevano rilevato come ci siano prove che gli appunti presi a mano durante una lezione accademica siano superiori — ci facciano imparare di più — rispetto a appunti presi trascrivendo parola per parola al computer quel che si sta ascoltando. Mueller e Oppenheimer ipotizzavano che prendere appunti scrivendo a mano comporti un’analisi più approfondita di quel che si sta ascoltando, con un miglior apprendimento e una miglior assimilazione dei dati. Ora due scienziati norvegesi, Audrey van der Meer e F.R. van der Weel del laboratorio di Neuroscienze dello Sviluppo del dipartimento di Psicologia dell’università Ntnu di Trondheim hanno confermato le conclusioni dello studio americano con dei dati elettro-fisiologici. Spiegano: «Abbiamo trovato prove elettro-fisiologiche dirette che supportano quello studio. Abbiamo trovato che nel momento in cui si usa la penna elettronica di un tablet, invece della tastiera di un computer, per prendere appunti, le aree cerebrali coinvolte, parietali/occipitali, mostravano attività desincronizzata (Erd), e la letteratura esistente suggerisce che queste siano le premesse ottimali per l’apprendimento. Durante l’uso della tastiera del computer invece abbiamo rilevato attività sincronizzata (Ers) nelle regioni centrali e frontali. Questa attività viene spesso associata a processi cognitivi complessi e alla creazione di idee» (Persivele, Cds).
(a cura di Roberta Mercuri)