Il Messaggero, 17 giugno 2016
Elogio del papillon (ora che è tornato di moda)
Le apparizioni e le sparizioni del papillon nel panorama della moda maschile sono ben più misteriose di quelle delle farfalle vere e proprie. A volte sembra essere rimasto solo in radi, striminziti esemplari al collo dei camerieri o caricaturalmente ingigantito a quello dei clown del circo. Altre volte come oggi un’inattesa fioritura arriva proprio quando la cravatta normale sembra avere definitivamente abdicato.
Ma c’è chi come Winston Churchill non aveva mai rinunciato alla sua farfalla nera a pallini bianchi. Aveva iniziato a portarla per imitare suo padre che la indossava sempre e non si curava di lui. Poi era diventata, insieme al sigaro, il suo emblema. Come il papillon di Mario Soldati, sempre abbinato al suo toscano. In entrambi i casi quella cravatta poco diffusa si era tramutata in un manifesto di ostinata indipendenza dagli imperativi del presente.
Era ben diverso il papillon di Rodolfo Valentino, talmente perfetto da lasciare sospettare la sua appartenenza all’imbarazzante categoria delle farfalle preannodate. Il sospetto giustificato che gli eleganti nutrono verso quella che rimane la più diffusa categoria di papillon non è dettato da un imperativo etico annodarsi una farfalla è difficile ma dal risultato. Infatti molto spesso i nodi cuciti sono il contrario di quello che dovrebbero essere e cioè troppo simmetrici e perfetti. L’eleganza di questa difficile cravatta coincide proprio con la sua apparente imperfezione. Per questo una grande casa francese, Charvet, diventò famosa per la sua capacita di creare farfallini che sembravano appena fatti. Da loro il duca di Windsor ne comprava di gros grain tinta unita.
Anche gli scrittori conoscevano la tacita regola di quel nodo. La seta della farfalla di Igor Stravinski sembra travolta dalle sue tempeste musicali. Franz Werfel si aggiustava di tanto in tanto il papillon dal nodo genialmente trasandato, quanto quello di James Joyce o quello, blu a pallini bianchi, di Paul Valéry.
D’Annunzio ne aveva innumerevoli di seta operata nelle più diverse dimensioni e a volte si divertiva a portarli con l’uniforme. Ma il papillon più sofisticato resta quello mollemente annodato di Charles Baudelaire.
SIMMETRIEPiù rigide e geometriche le farfalle degli architetti, da Walter Gropius a Charles Eames. Le Corbusier sosteneva di averla adottata perché non gli dava fastidio, ricadendo sul tavolo da disegno. La simmetria del farfallino dello psicanalista Jacques Lacan nascondeva le sue eccentricità.
Il rigido papillon di Ian Fleming tradiva il suo latente sadismo. Non a caso Limonov si è fatto fotografare in farfallino con la fidanzata nuda ai suoi piedi. Soltanto in Cina Malaparte aveva esibito un composto farfallino.
La farfalla da sera gode di una relativa protezione. Lo smoking sembra esigerne una nera, ma gli eleganti posso arrischiare delle violazioni. Man Ray aveva fatto scalpore inalberandone una rossa. Ma ben prima di lui Marcel Proust, ispirato da Wilde, ne aveva scelto una tortora. James Bond, determinato a ben altre violazioni, si mimetizza dietro un tradizionale papillon nero. La farfalla da sera può anche essere imprevedibilmente piccola come quella di Oscar Wilde nel ritratto di Toulouse-Lautrec. Sul candido gilet, cantato da Modugno nel Vecchio frac, in onore del principe Lanza di Trabia, il papillon era di seta blu e non nera.
Nel 1916 un giornalista francese in visita nello studio di Balla rimase colpito dalla sua cravatta, un papillon verde e giallo a forma di elica. Per Filippo Tommaso Marinetti la farfalla era una promessa d’azione. Il papillon a righe orizzontali datato 1923 del giovane Simenon rinasce nelle righe colorate di Gallo.
Truman Capote dissimulava sotto il papillon un cuore elegantemente spezzato. L’aspirante segretaria e futura moglie di Georges Simenon aveva notato, durante il loro primo incontro, che lo scrittore aveva interrotto il discorso per raddrizzarsi attentamente la farfalla. Un tipo di cravatta che aveva generosamente trasmesso al suo detective Maigret. Del resto il suo antenato Sherlock Holmes l’aveva indossata sovente.
Majakovskji aveva scelto per suicidarsi un papillon nero che risaltava sulla camicia gialla. Ma i farfallini più eroici sono quelli dei morenti. Il poeta Aragon, soffrendo di problemi cardiaci, ogni tanto si doveva ricoverare. Però, mentre il cuore gli batteva a un ritmo folle, si vestiva con cura per andare in ospedale, scegliendo il papillon adatto al colore del gilè.