la Repubblica, 17 giugno 2016
L’Inghilterra si salva al 92° minuto. Cronaca di una bella partita
God save Britannia, quando il calcio è questa cosa qua. Una cornice straordinaria, con lo stadiolo di Lens che rimbomba per 90’ di canti e di tifo purissimo e primordiale, sollevando brividi anche nelle pellacce più smaliziate. E una gara gonfia di passione e di intensità, britannica in ogni suo battito, che si decide quando te lo aspetti, cioè nel recupero, come tante volte avviene in Premier League, all’ultimo assalto dei più bravi che alla fine trovano un varco nella difesa a oltranza dei più deboli, ed è giusto così. E che meraviglia quegli abbracci in campo alla fine tra gli atleti, stremati dopo aver speso tutto, eppure sereni e sorridenti, mentre i gallesi ringraziano i loro eccezionali ragazzi in curva. Roy Hodgson saltella come un fanciullo dopo il gol di Daniel Sturridge al 92’, e alza i pugnetti al cielo come raramente lo si è visto fare, e ne ha ben donde. Perché la sconfitta che stava maturando alla fine del primo tempo lo avrebbe spinto assai lontano dalla panchina inglese, e perché la rimonta della ripresa è firmata proprio dai due uomini che Roy ha mandato in campo dopo l’intervallo, James Vardy e Sturridge, e ora chi li toglie più, mentre l’Inghilterra con questa vittoria entra con tutti e due i piedi sul torneo e comincia a reclamare seriamente un ruolo, perché ha tanta qualità sparpagliata in molti suoi uomini. Al Galles rimangono i rimpianti ma non le recriminazioni, dopo una gara di irrimediabile trincea: l’uscita per infortunio di Joe Ledley, un combattente formidabile, a metà ripresa, abbassa la linea difensiva e consegna la squadra alla sofferenza finale e alla sconfitta.
Eppure il primo tempo si chiude coi gallesi in vantaggio grazie a un’altra punizione di Gareth Bale, che come contro la Slovacchia trova un portiere distratto: Hart parte tardi sulla botta da 35 metri e incassa un gol grottesco. L’Inghilterra attacca per indole e per convinzione, esibisce un Rooney sempre più convincente nel ruolo di centrocampista tuttofare perché da lui arrivano sempre idee intelligenti e assoluto nitore nel tocco, un fantastico Walker sulla destra e in assoluto un equilibrio sconosciuto in passato, ma sfonda di rado per l’arrocco gallese e per un’altra giornata negativa di Harry Kane, che uscirà nell’intervallo come Chris Smalling, che divora l’unica occasione al 7’ (assist di Lallana), mentre al 32’ c’è un possibile rigore inglese per mani di Davies. Nella ripresa subito Rooney al tiro, ma trova la parata di Hennessey (10’) poi James Vardy dimostra che questo è proprio il suo anno con un gol da aspide dell’area: cross di Sturridge, mischia, colpo di testa all’indietro di Ashley Williams e Vardy è lì, a due metri dalla linea, ed è pareggio. L’eroe di Leicester in nazionale non perdona: quattro gol in cinque partite, tirando in porta per un totale di appena cinque volte. L’Inghilterra non ha mai vinto a Europei e Mondiali dopo aver chiuso l’intervallo in svantaggio, ma ci crede fino all’ultimo e termina con Rooney più quattro attaccanti di ruolo, compreso il diciottenne Rashford che ruba proprio a Rooney, per soli quattro giorni, il record di precocità all’Europeo: ha 18 anni e 228 giorni, mostra personalità e movimenti da adulto. Ma si decide tutto grazie a uno scambio in un fazzoletto avviato da Sturridge e rifinito da Vardy e Alli, poi Sturridge sfrutta un rimpallo in area mentre Gunter gli stramazza ai piedi e si prende la partita, con una zampata da pochi metri sul primo palo. La storia non cambia, il Galles non è ancora all’altezza degli inglesi e si sapeva. Bisognerà invece fare i conti con questa Inghilterra: ha talento e ora pure l’entusiasmo.