la Repubblica, 17 giugno 2016
Ma come viene in mente a Mosca di protestare per l’arresto di una ventina di ubriaconi molesti in Francia quando dovrebbe solo chiedere scusa?
È davvero bizzarra la protesta delle autorità di Mosca per l’arresto di una ventina di ubriaconi molesti russi in Francia, in particolare di un capetto rapato a zero, leader di un’associazione patriottica che puzza lontano un miglio di fascismo in salsa slava, il cui vanto è essere stato ricevuto da Putin. Ovviamente l’ubriacone molesto in trasferta non è una specialità russa. Gli ultras inglesi, olandesi e tedeschi stanno dispiegando, nelle città francesi, una notevole forza d’urto, sfasciando bar, deridendo mendicanti, precipitando in coma etilico da muretti e simili, menandosi tra loro come babbuini, anche se con meno ragioni e dunque meno dignità, rispetto ai babbuini. La differenza è che i rispettivi governi non si sono nemmeno sognati di protestare; semmai, ci si aspetta da loro una nota ufficiale di scuse. A rendere particolarmente abominevole e idiota la presenza ultras in Francia è il clima politico e psicologico di quel paese, sotto attacco del terrorismo jihadista. L’idea che anche un solo poliziotto debba essere impiegato per tenere a bada gli ubriaconi molesti provenienti da mezza Europa, piuttosto che contrastare il terrorismo, è desolante. Nel tragico passaggio d’epoca, il ragazzotto in braghe corte col boccale di birra in mano che importuna i passanti e danneggia gli arredi urbani è una nota indecorosa. Quasi indecorosa come la protesta russa.