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 2016  giugno 17 Venerdì calendario

A Bristall Jo Cox, deputata laburista, è stata uccisa con tre proiettili e sei pugnalate al grido di «Britain first». Cronaca di un delitto politico che confonde ancora di più il popolo

Paola De Carolis per il Corriere della Sera
Una strada tranquilla, senza traffico, un paio di bar, la biblioteca dietro l’angolo: teatro di una tragedia. È qui, nell’anonima cittadina di Birstall dove ogni settimana incontrava i suoi elettori, che la deputata laburista Jo Cox, 41 anni, è stata uccisa in un attacco feroce e per ora inspiegabile che ha sconcertato il Regno Unito.
Tre proiettili e sei pugnalate pochi minuti dopo l’uscita dalla biblioteca, sferzati senza preamboli dopo un breve scambio di opinioni all’aperto, l’hanno lasciata in fin di vita tra due auto parcheggiate, in una pozza di sangue. I servizi d’emergenza sono arrivati subito, ma nonostante il trasferimento in elicottero all’ospedale di Leeds, Cox si è spenta poco prima delle due. Il responsabile, visto allontanarsi in tutta calma, si chiama Thomas Mair, 52 anni: è stato arrestato vicino al luogo dell’assassinio. «Aveva un capellino bianco in testa», ha raccontato Hithem Ben Abdallah, che si trovava nel bar accanto alla biblioteca. «Da lontano sembrava che stesse litigando con Jo, poi è arrivato un signore che ha cercato di calmarlo. Quando questo si è allontanato l’uomo ha tirato fuori una pistola e ha sparato». Prima avrebbe gridato, due volte, «Britain First», il nome di un partito di estrema destra. Il racconto dei testimoni descrive una violenza incontenibile: quando Cox si è accasciata per terra Mair le si è avvicinato e le ha sparato ancora. Ha tirato fuori un pugnale e l’ha accoltellata diverse volte. Prima di andarsene l’ha presa a calci.
In serata il marito di Cox, Brendan, ha condiviso il suo dolore e promesso che, come il resto della famiglia e gli amici della moglie, continuerà a impegnarsi per «distruggere l’odio che l’ha uccisa». «Oggi – ha detto – inizia un nuovo capitolo delle nostre vite, più difficile, più doloroso, con meno gioia e meno amore. Jo credeva in un mondo migliore e si è battuta ogni giorno con energia e passione che avrebbero stravolto altre persone. Avrebbe voluto due cose: prima di tutto che i nostri due figli siano circondati d’amore e poi che continuino a lottare, insieme, contro l’odio che non ha credo, razza o religione».
Il premier David Cameron ha sospeso immediatamente la campagna referendaria. «Questa è una tragedia. Abbiamo perso una stella», ha detto. «I pensieri e le preghiere di tutti sono con il marito Brendan e i figli». Anche i favorevoli alla Brexit hanno interrotto ogni attività: Boris Johnson, ex sindaco di Londra e uomo forte della campagna per l’uscita del Regno Unito dall’Ue, ha definito la notizia della sparatoria «terribile». Commosso anche il premier Matteo Renzi: «Come padre prima che come politico piango sconvolto Jo Cox. Con tutti gli italiani abbraccio la sua famiglia. L’odio non potrà vincere, mai».

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Leonardo Maisano per Il Sole 24 Ore

Dicono si chiami Tommy, ma se si chiamasse Mohamed la storia del Regno Unito prenderebbe una piega del tutto diversa. Jo Cox , 42 anni, deputata, madre di due figli, stella del partito laburista e fervente militante per il fronte europeista è stata assassinata, parrebbe, da un uomo con la pelle bianca, il passaporto britannico e l’accento lower class. Un pazzo, crediamo, che, sparando, avrebbe anche urlato Britain First, a dar retta a quanto si sussurra. I mercati non hanno avuto bisogno di attendere conferme e intuita la dinamica e la paternità di quella mano assassina hanno ricominciato a comprare. 
D’improvviso hanno trasformato un delitto in un destino politico, l’assassinio di Jo Cox è divenuto lente per interpretare l’esito del referendum su Brexit. Non staremo qui a straccarci le vesti sul cinismo delle piazze finanziarie, sull’odore del sangue e quello dei soldi, ma vorremmo soffermarci sull’insostenibile fragilità di un passaggio epocale per la Gran Bretagna, l’Europa, il mondo intero, tutti in attesa di questa consultazione con il fiato sospeso. Se davvero l’assassino è l’ipotetico Tommy, se davvero ha la pelle bianca, se davvero ha passaporto britannico il consenso si muoverà a favore di Remain, la trincea amata dalla povera Jo Cox. Se a cadere sotto i colpi di un immigrato apolide fosse stato un esponente di Leave la reazione sarebbe stata esattamente opposta. Sia quella, presunta, quella cioè dell’orientamento popolare, sia quella, reale, dei mercati che sulla via imboccata dal consenso si muovono. La morte di Jo Cox è una tragedia che svela l’inconsistenza di questo referendum capace di dilaniare un Paese. Consultazione incomprensibile ai più, nella sua essenza reale, esposta solo al vento di una demagogia fatta di slogan che esemplificano quanto non è esemplificabile in uno slogan, lasciando sul terreno un crescendo di accuse reciproche che hanno avvelenato l’aria nel partito conservatore e, quel che più conta, nel Paese intero. Non c’è nulla di definitivo e tantomeno di esauriente, nulla di liberatorio, nel dibattito a cui stiamo assistendo da giorni, se non l’affastellarsi di minacciosi altolà contrastati da un muro di falsità. Ha ovviamente ragione Remain a denunciare i gravissimi rischi economici che Londra correrà qualora scegliesse di divorziare dai partners europei. Le controdeduzioni di Leave non reggono e la scorciatoia per tamponare le falle che i brexiters scelgono è una raffica di menzogne. Sono state smascherate, ma l’aria s’è appesantita. Per converso sull’immigrazione, il premier si spende in promesse irrealistiche per poi farsi smentire dagli uffici di statistica, prima ancora che da Leave. In mezzo giace un popolo confuso che deve ragionare di proiezioni sul pil e quote di immigrati senza avere mai avuto gli strumenti adeguati per muoversi fra quelle che appaiono incongruenze, costretto a cercare di capire un’Europa per decenni demonizzata e sbeffeggiata. Da destra più che da sinistra, ma non solo da destra. Tutto ciò non può spiegare un lampo di pazzia capace di strappare la vita di una madre di 42 anni, ma è difficile immaginare questo delitto fuori dal contesto generale della consultazione del 23 giugno. Ed è difficile non pensare quanto sia stato inutile, anzi gravemente dannoso, indire un referendum sull’Europa, esponendo al vento del populismo, dell’improvvisazione, fino, se sarà provata la connessione, alla casualità di un gesto di follia criminale un dibattito sfuggito di mano e, quel che più conta, il destino di un Paese. Se è di Tommy la mano che ha ucciso Jo Cox, Remain potrebbe avvantaggiarsi, ma se fosse di Mohammed, dicevamo, a crescere sarebbe, magari, Leave. Food for thougths dicono a queste latitudini.