la Repubblica, 15 giugno 2016
A che punto è il tabellone degli Europei
Dopo il confortante esordio, l’avversario più scomodo della Nazionale sembra fuori dal campo: il tabellone del primo Europeo a 24 squadre, mastodonte che l’Uefa ha battezzato, con l’esigenza di allungare il più possibile il calendario. Il risultato non è stato esattamente ideale, se è vero che in un ottavo di finale, il 27 giugno a Nizza, si affronteranno due seconde (quella del girone B e del girone F) e che il primo posto del girone dell’Italia non aiuta molto. Vincendo il gruppo E, infatti, si incrocia negli ottavi a Saint-Denis, sempre il 27 giugno, la seconda del girone D (quello di Spagna e Croazia). E negli eventuali quarti, il 2 luglio a Bordeaux, si rischia il duello con la Germania, se i tedeschi vinceranno il loro gruppo e batteranno poi una terza classificata. Considerato il fondato pericolo di trovare in semifinale la Francia padrona di casa, il 7 luglio a Marsiglia, appare più conveniente arrivare secondi nel girone E, per finire dall’altra parte del tabellone, dove stazionano Inghilterra e Portogallo.
Simili calcoli antisportivi non possono essere contemplati nel ritiro di Montpellier, dove Conte predica alla squadra l’unica soluzione possibile, per evitare rimpianti: cercare di superare tutti gli avversari, giocando meglio di loro. Così, mentre con sollievo ha verificato di avere a disposizione l’acciaccato Pellè (lussazione completa del mignolo sinistro, ridotta in campo dal professor Castellacci, e pestone al piede sinistro) e medita un piccolo turnover venerdì con la Svezia a Tolosa (probabile l’avvicendamento degli esterni, con De Sciglio per Darmian, da valutare un cambio a centrocampo e uno in attacco), il ct ha avvisato gli azzurri: non ammette alcun rilassamento. Per rendere più chiaro il concetto della seconda partita fatale, se non la si affronta con la dovuta attenzione, ha scelto l’esempio più recente: «Al Mondiale brasiliano, vinta la prima con l’Inghilterra, poi è arrivata l’eliminazione. La ferita brucia ancora». In verità i precedenti dolorosi sono anche altri: all’Europeo del 1996 con la Repubblica Ceca (eccesso di turnover di Sacchi, dopo la vittoria iniziale con la Russia) e a Euro 2004 con la Svezia stessa (1-1 proprio di Ibra e successivo passaggio a braccetto di svedesi e danesi grazie al loro 2-2).
Stavolta la formula del torneo, che qualifica agli ottavi anche le migliori quattro terze dei sei gironi, rende quasi impossibile l’uscita al primo turno della Nazionale, che ha vinto col Belgio e ha anche 2 punti di vantaggio su Svezia e Irlanda, da affrontare in sequenza.
L’astruso tabellone ha comunque fatto alzare più di un sopracciglio in Figc, anche se Tavecchio ostenta fatalismo: «Ormai il calendario è fatto, è una cosa ineluttabile». Il presidente della Federcalcio ritiene, piuttosto, che l’Italia possa mettersi al riparo dalle cattive sorprese politiche (non mancano nella storia azzurra gli arbitraggi discutibili) grazie alla considerazione internazionale e al ruolo centrale nell’elezione del nuovo presidente dell’Uefa, in cui la Figc sostiene il candidato sloveno Ceferin.