La Gazzetta dello Sport, 15 giugno 2016
Lista delle cose che gli attuali candidati sindaci faranno di sicuro una volta eletti: funivia semiperiferica, raddoppio delle corsie preferenziali, non più case comunali senza inquilini, sgombero di tutte le occupazioni abusive, case della salute o in ogni circoscrizione o per lo meno in un grande parco da creare, reddito di cittadinanza, autonomia fiscale e finanziaria, sanatoria delle tasse non pagate e difficilmente riscuotibili, referendum sulle Olimpiadi, autobus gratis per gli studenti delle medie, chiusura dei centri sociali, gli stranieri accettino i valori cristiani, guerra agli involucri di plastica, tassare i rom, Tevere navigabile, Navigli navigabili, meno tasse per tutti, alfabetizzazione informatica degli anziani, nuovi marciapiedi, nuove telecamere, nuovi treni con l’aria condizionata, task force di vigili modello

Lista delle cose che gli attuali candidati sindaci faranno di sicuro una volta eletti: funivia semiperiferica, raddoppio delle corsie preferenziali, non più case comunali senza inquilini, sgombero di tutte le occupazioni abusive, case della salute o in ogni circoscrizione o per lo meno in un grande parco da creare, reddito di cittadinanza, autonomia fiscale e finanziaria, sanatoria delle tasse non pagate e difficilmente riscuotibili, referendum sulle Olimpiadi, autobus gratis per gli studenti delle medie, chiusura dei centri sociali, gli stranieri accettino i valori cristiani, guerra agli involucri di plastica, tassare i rom, Tevere navigabile, Navigli navigabili, meno tasse per tutti, alfabetizzazione informatica degli anziani, nuovi marciapiedi, nuove telecamere, nuovi treni con l’aria condizionata, task force di vigili modello...
• Basta, basta. Ma chi dice tutte queste c...
Alt. Fermo. È un’insalata delle promesse di tutti quanti, a Roma, Milano, Napoli, Torino e Bologna. I candidati sono cretini? Gli elettori sono cretini? Ah, saperlo.
• Quale, tra queste baggianate, ha una minima probabilità di essere realizzata?
Neanche una. Tra l’altro alcuni di questi promettitori, come De Magistris, Fassino e Merola (Napoli, Torino, Bologna) sono stati sindaci negli ultimi cinque anni, e come mai le cose che promettono adesso non le hanno realizzate nel quinquennio trascorso? Le città sono sprofondate nei debiti, per esempio nessuna delle promesse fatte a Roma ha la minima possibilità di essere realizzata, dato che Roma ha 13,6 miliardi di debiti, sul debito vigila una commissario, nessun sindaco che si proponga di spendere un centesimo - se non inventa qualcosa per incassare denaro che non siano tasse, e in campagna elettorale tutti promettono senza spiegare come manterranno - ha la minima possibilità di muoversi.
• La Raggi promette di rovesciare il tavolo se non le permetteranno di ridiscutere il debito con le banche.
Non si tratta delle banche. Dei debiti contratti a Roma fino all’aprile 2008 s’è fatto carico lo Stato che ne ha affidato il rientro a un commissario. Questo commissario è Silvia Scozzese, che a suo tempo preferì rinunciare alla carica di assessore al Bilancio del sindaco Marino. Ogni anno il commissario prende, attraverso il ministero del Tesoro, 300 milioni a tutti i cittadini italiani e 200 milioni dai romani attraverso un’addizionale Irpef dello 0,4%. Questi flussi sono stabiliti da una legge, e la Raggi, se sarà eletta, non avrà il potere di modificare una legge dello Stato. Potrebbe rinunciare a quello 0,4% di addizionale Irpef, ma se non lo sostituisse con qualcos’altro si vedrebbe tagliare della somma equivalente i trasferimenti dallo Stato. Quanto alle banche, il comune di Roma ha in essere 1.686 mutui. Di questi, 1.491 sono in capo alla Cassa Depositi e Prestiti, 195 sono in capo a banche private. Supponiamo che, con un bel gesto rivoluzionario, la Raggi decida di smettere di pagare questa parte del debito. Niente da fare: i 1.686 contratti dànno ai creditori la possibilità, in caso di ritardi o inadempienze, di prelevare i soldi direttamente dalla Tesoreria. Si potrà obiettare che l’interesse a cui il Comune di Roma è stato costretto è fuori dal mondo: il 5% in un’epoca di tassi negativi. Giusto, ma per cambiare questo interesse ci vuole una legge dello Stato che deve riguardare tutte le amministrazioni italiane e non solo la Capitale. Il governo ci sta pensando, ma non è detto. Badi che non ce l’ho con la Raggi, la quale si troverà a gestire i disastri creati da tutti gli altri, compreso il partito che le contende la poltrona. Giachetti tra l’altro ha promesso cose altrettanto improbabili.
• Forse il prossimo sindaco della Capitale dovrebbe farsi quattro chiacchiere con la Scozzese.
La Scozzese è andata a riferire in Parlamento lo scorso aprile. Quasi la metà dei creditori non finanziari non è stata neanche individuata, qualcosa come cinquemila posizioni su 12 mila. Queste 12 mila posizioni, da sole, valgono 3,2 miliardi di euro. Tanto per rendere l’idea di quello di cui stiamo parlando. La prima crisi di liquidità (casse vuote sul serio) è prevista per il 2020. Non so quali tavoli si potranno rovesciare.
• Cosa dicono i sondaggi?
Dei sondaggi non si può parlare. Si vocifera di candidati in assoluto equilibrio. Chiunque, a quanto pare, potrebbe vincere dovunque. Il ballottaggio ha poco a che vedere col primo turno, come abbiamo già detto. Per i candidati più distanziati l’altra domenica, come Giachetti a Roma, Lettieri a Napoli, Appendino a Torino, la Borgonzoni a Bologna, sperare non è assurdo.