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 2016  giugno 14 Martedì calendario

«Io sapevo di andare a morire politicamente, ma sapevo anche chi arrivava non avrebbero fatto una fine migliore». Intervista a Umberto Bossi


Cita, di certo involontariamente, Socrate. “Io sapevo di andare a morire politicamente, ma sapevo anche che loro non avrebbero fatto una fine migliore”. Umberto Bossi lo trovi dove è sempre stato: sotto i tendoni delle feste della Lega sparse per le province del Nord che lui chiama ancora Padania. Sabato e domenica sera l’ha trascorse a Trescore Balneario, un paesotto incastrato tra le valli bergamasche. Il Capo è in forma. Parla dal palchetto per una mezz’oretta buona. Poi smaltisce la coda di militanti che gli chiedono una foto, una firma sulla bandiera del partito o, più semplicemente, una stretta di mano. Ma a fargli sparire il sorriso ci vuole poco. Basta citare Silvio Berlusconi. “Un amico, un generoso: supererà l’intervento senza problemi ne sono sicuro”.
È andato a trovarlo?
Volevo andare, ma il suo medico ha detto che era meglio aspettare. Andrò appena potrà ricevermi.
Al suo capezzale si sono assiepati gli aspiranti eredi.
Non esiste l’erede di Berlusconi. Non lo è neanche Renzi, perché non ha l’umanità di Silvio né la passione per ciò che fa, questi di oggi hanno solo interessi personali.
Anche Berlusconi, come lei, dovrà passare il testimone di Forza Italia.
In politica il testimone non si passa, si cede a chi lo conquista con i voti e i numeri non con sotterfugi di Palazzo. Oggi ci sono solo finti leader, fatti di tv e Internet.
Lei ne sa qualcosa, di successioni.
Io sapevo di andare a morire politicamente, ma sapevo anche chi arrivava non avrebbero fatto una fine migliore: c’è un libro che racconta bene tutto (Marco Lillo, Il potere dei segreti, ndr). Speravo però che gli ideali della Lega venissero salvati.
Secessione e Padania?
Gli ideali certo. Io e Silvio siamo stati gli ultimi politici ad aver avuto un obiettivo concreto, ideali veri, espressi chiaramente e rispettati: feci cadere il suo governo nel 1994 perché voleva toccare le pensioni e perché iniziarono a girare notizie sui suoi presunti legami con la mafia, la Lega non poteva accettare né indagati, né storie opache: non sapevamo ciò che si sa oggi.
Vuole che le chieda dell’alleanza Renzi e Verdini?
No, non mi interessa. Usano il potere solo a fini personali e infatti stanno insieme tra Pd ed ex forzisti, alfaniani, persino i traditori della Lega si sono venduti e il Pd li compra pure: è ridicolo. Tutto per spartirsi la torta, ma la gente non ama la prepotenza né sentirsi presa in giro. L’astensione e i risultati pessimi delle Amministrative dimostrano che se ne stanno accorgendo. Spacciano per vittorie le non vittorie. Dicono balle.
Anche lei ha avuto i suoi problemi. E con Berlusconi ha fatto altri governi, votato o tentato di votare provvedimenti come il lodo Alfano, la legge bavaglio. Insomma, Bossi, siamo onesti.
Lo sono. Ho lasciato il partito, affrontato i processi e costretto chi ha sbagliato a pagare e molti sono poi risultati innocenti. I miei figli, invece, sono stati usati per colpire me. E hanno pagato. Ma anche per questo eravamo migliori.
Per gli ideali?
Certo. Ci credevamo e c’eravamo arrivati lottando. Oggi ci sono comparse miracolate, ex cortigiani, pecore che hanno morsicato la mano che gli ha dato da mangiare. Pecore.
Matteo Renzi il potere se l’è conquistato.
Non con i voti, con un inciucetto. E a parte le parole, i risultati mi pare siano pessimi. È una nemesi: La sinistra ha fatto fuori la Dc con i magistrati, ora la Dc per rinascere sta uccidendo la sinistra.
Eppure nel Paese è amato e si sottolinea che non esista un’alternativa a Renzi.
È una cazzata. Le alternative ci sono sempre o arrivano. Tangentopoli spazzò via tutto e tutti, salvò la sinistra che però non riuscì a imporsi nonostante l’aiuto della magistratura e arrivammo noi e Berlusconi che ha vinto per tre volte nelle urne con i voti. Chi governa ora non ha mai preso un voto. Renzi non è neanche parlamentare.
Voterà il referendum per la riforma Boschi?
Certo, voto No. Ci manca che gli facciamo cambiare la Costituzione e compiere una restaurazione statalista. Per ridurre i senatori non serve cambiare 40 articoli: la smettano di provare a prenderci in giro, non gli crede nessuno.
Ne ha parlato anche con Berlusconi?
È da qualche settimana che non lo sento, era preoccupato.
Ora dovrà lasciare tutto.
Glielo auguro, anche se rassegnarsi a veder morire una tua creatura è difficilissimo.
Ha molti intorno ad aiutarlo, donne per lo più.
La figlia Marina è forse l’unica che può sostituirlo. Anche il figlio credo sia molto capace. Gli altri non so, mi pare siano solo comparse che cercano un posto a tavola, ma non li conosco tutti.
Sono parecchi in effetti.
Il problema di Silvio è che è un generoso, un benefattore.
C’è chi lo definisce in altri modi, meno lusinghieri.
Una volta ero al bar Giolitti, anni fa, a Roma. Una signora piangeva perché doveva vendere il rene per far operare il marito. Era ancora innamorata, si vedeva. L’ho portata in ufficio e ho chiamato Silvio. Lui è arrivato, ha ascoltato la storia e ha insistito per pagare l’intervento. Capisce? È così con gli estranei, figurarsi con chi fa entrare in casa sua.
Le mancano gli anni del potere, dica la verità
No, non riuscirei ad avere a che fare con questa politica fatta di scambi di voti, incapace di rispettare gli elettori. Io ho bisogno di vedere in faccia i miei, avere la loro approvazione.
Beh, oggi ci sono i like su Facebook e Twitter
Cosa c’è?
I social network, Internet
Roba effimera. Un politico vero sta tra la gente. Non per i complimenti ma per i vaffanculo: se non sai ascoltare le critiche dei tuoi hai vita breve, è solo questione di tempo.
Lei e Berlusconi ne avete presi un po’.
Parecchi, infatti abbiamo fatto la storia e avessimo qualche anno in meno saremmo ancora lì, altro che Renzi. Vabbè, ora Silvio si opera. Andrà tutto bene, anche se io una paura ce l’ho.
Quale?
Che lo facciano ringiovanire troppo e si metta in testa di tornare al governo. Senza di me dove va? Mi toccherebbe seguirlo di nuovo.