La Stampa, 14 giugno 2016
Oltre il 70% dei musulmani occidentali giudica immorale l’omosessualità
Ora che si delinea meglio l’identikit del killer di Orlando emerge la sua attenzione per il blog «Timbuktu Seminary» dell’imam Abu Taubah, al secolo Marcus Dwayne Robertson, un ex marine convertitosi al fondamentalismo che nei suoi video avrebbe più volte definito gli omosessuali «adoratori del diavolo» e biasimato icone pop come il cartoon SpongeBob perché «gay». Non prova nulla, ma aggiunge un tassello al puzzle.
Per quanto riformisti come il rettore della moschea di Bordeaux Tareq Oubrou ripetano che «l’omosessualità non è condannata dal Corano né dalla Sunna» il rapporto tra l’islam e la galassia gay fa scintille. Secondo un grafico del «Washington Post» alla fine del 2014 solo 5 paesi musulmani non ritenevano l’omosessualità un reato (Giordania, Indonesia, Turchia, Albania, Mali), 10 prevedono la pena capitale (l’ong Homan stima che dal ’79 a oggi l’Iran abbia ucciso 4000 gay). Non va meglio sul piano sociale se molti poll, da Gallup a Zogby, confermano come oltre il 70% dei musulmani occidentali giudichi immorale l’omosessualità. Un dato che forse spiega come mai dopo Charlie Hebdo il Fronte Popolare della Le Pen sia cresciuto tra i gay (a Parigi il 26% contro il 16% degli etero, anche perché diversamente dal padre Marine si è circondata di gay, Philippot, Chenu, Briois).
Eppure, nascosti quanto si voglia, gli omosessuali musulmani si battono come gli altri (a partire dai cristiani) per rompere i tabù di una cultura omofoba e misogina: a migliaia rivendicano la propria identità piangendo i morti di Orlando con l’hastagh #rainbowmosque, una risposta arcobaleno agli account jihadisti che invece esaltano Mateen.
Poco è cambiato sul piano legislativo da quando nel 2004 la scrittrice ugandese-canadese Irshad Manji denunciava nel libro «Quando abbiamo smesso di pensare» i guai d’una lesbica musulmana. Ma qualcosa si muove. Alcuni mesi fa la fotografa pachistana Samra Habib ha lanciato il progetto «Just Me and Allah», volti e storie di musulmani Lgbtq raccolti per mostrare una normalità indigesta all’islam mainstream. E intanto Ludovic Mohamed Zahed, primo imam gay di Francia, fa mostra delle sue nozze con il marito Khiam.
Sebbene la strage di Orlando sia la prima nel nome dell’Isis in un locale gay c’è un precedente che risale al 2009, quando fu colpita un’associazione gay di Tel Aviv e morirono due ragazzi. Ora il Pulse, il Bataclan americano.