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 2016  giugno 14 Martedì calendario

Perché la prima guerra mondiale si chiama così anche se è stata combattuta solo in Europa?

La guerra del 1915-1918 è generalmente definita «Prima guerra mondiale». In effetti è stata una guerra solamente e unicamente europea e solo alla fine del conflitto sono intervenuti gli Stati Uniti d’America e altri alleati, eppure per tutti i libri di storia è stata la prima guerra mondiale.
Gian Filippo Boffelli

Caro Boffelli,
V i sono alcuni motivi per cui la guerra iniziata nell’agosto del 1914 e terminata nel novembre del 1918 può essere definita «mondiale». In primo luogo i maggiori protagonisti extra-europei del conflitto (Stati Uniti e Giappone) assunsero, dopo la fine della guerra un ruolo internazionale molto più elevato di quello che avevano recitato negli anni precedenti. Negli Stati Uniti esisteva una forte corrente isolazionista, ma la Federazione americana era pur sempre nel 1918 il maggiore creditore degli Alleati e ne dette una dimostrazione intervenendo più volte, dopo il conflitto. nel tentativo di dare una soluzione al pagamento delle riparazioni che stavano strangolando l’economia tedesca. È vero che gli Stati Uniti erano entrati in guerra verso la fine del conflitto e avevano lasciato sul terreno un numero di caduti molto inferiore a quello degli altri Paesi combattenti. Ma il loro intervento, giunto quando nel campo degli Alleati vi erano evidenti segni di stanchezza, parve, soprattutto alla Gran Bretagna, indispensabile.
In secondo luogo, il Giappone approfittò della sua partecipazione al conflitto, a fianco degli Alleati occidentali, per eliminare la presenza tedesca in Asia e manifestare ambizioni sulla Cina che in altri tempi si sarebbero scontrate con il malumore delle maggiori potenze occidentali. Fu questo che schiuse al Giappone la prospettiva di un ruolo mondiale.
In terzo luogo, la Grande guerra fu il primo conflitto in cui alcune grandi potenze coloniali si servirono, su larga scala, di truppe provenienti dalle colonie. Il contributo alla vittoria di soldati e sotto-ufficiali africani e asiatici creò in quei popoli un sentimento di fierezza e un desiderio di riscatto che andarono progressivamente crescendo negli anni successivi sino a fare della decolonizzazione una questione ineludibile.
Non è sbagliato quindi, caro Boffelli, sostenere che la crisi dell’Europa comincia a Sarajevo nell’agosto del 1914. Vi furono in entrambe le guerre i vinti e gli sconfitti, ma l’intera Europa, nel suo insieme, cominciò a perdere l’autorità politica e militare che aveva conquistato nei secoli precedenti.