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 2016  giugno 14 Martedì calendario

Breve storia dell’hooliganismo militare dal crollo del mondo sovietico a sabato scorso

Nella storia nera del calcio bisogna aprire un nuovo capitolo, sottolineare l’intestazione Europei 2016 e raccontare la consacrazione dell’«hooliganismo militare». Non è storia inedita. Le origini risalgono al crollo del mondo sovietico, con la crescita del fenomeno ultrà negli stadi di Mosca, San Pietroburgo, Kiev, ma anche Zagabria, Belgrado, Cracovia. Sabato scorso però, tra i vicoli del «Vieux-Port» di Marsiglia, la «nazionale» degli ultrà russi è andata a prendersi lo «scalpo» degli antichi «dominatori», gli inglesi. Proprio loro, nell’antico porto del Sud, sono diventati bersagli. Imbolsiti, tatuati e ubriachi agnelli da sacrificio.
«In 10 anni non avevo mai visto una cosa del genere», ha detto Mark Roberts, capo della pattuglia di poliziotti britannici arrivati in Francia. Quasi 40 feriti (uno gravissimo, con lesioni cerebrali) in un assalto durato neppure 3 minuti. «È stata una sorta di tempesta perfetta», ha aggiunto Roberts, parlando con il Guardian. I russi marciavano compatti e vestiti in maglietta nera. Erano 3-400 contro quasi 2 mila. Hanno attaccato coordinati. Indossavano protezioni di gomma e guanti da arti marziali. Cercavano il combattimento corpo a corpo. Non una «classica» orda di ultrà, ma un fight club feroce e organizzato: che sta ridisegnando la geografia della violenza nel calcio.
Prima dell’Europeo Scotland Yard ha firmato circa 3 mila divieti di espatrio (con confisca temporanea del passaporto) per gli ultrà inglesi più violenti; l’anticrimine di Berlino ha fornito una lista con 2.500 persone a rischio (18 tedeschi sono stati fermati prima dell’arrivo in Francia). Le autorità russe, spiega con ironia una fonte di polizia, «hanno invece offerto una collaborazione assai meno efficace». Pare che i nomi nella black list inviata da Mosca fossero poco più che una trentina. E questo è un punto che alimenta sospetti, oltre alle connivenze spesso adombrate tra gruppi di picchiatori da stadio e alcuni ambienti politici che li sfruttano per creare o indirizzare disordini di piazza.
Difficile che ciò sia accaduto anche per gli scontri di Marsiglia, perché la Federazione russa sta organizzando il prossimo Mondiale del 2018 e il tema del controllo degli hooligan potrebbe portare complicazioni nei rapporti internazionali. Per ora l’unica certezza la fornisce il procuratore capo di Marsiglia, Brice Robin: «Qui sono arrivate persone ben preparate ad azioni ultrarapide e ultraviolente, estremamente ben addestrate». Un addestramento che esibiscono con orgoglio: la Rete trabocca di video in cui ultrà russi di club rivali si danno appuntamento in campagna o in aree dismesse per feroci sessioni di combattimenti a mani nude.
Un confine determinante passa dal consumo di alcol. Ma attenzione: il paradigma birra-aggressività-rissa è rovesciato. A Marsiglia gli inglesi hanno bevuto fino al disfacimento, hanno cantato per ore a squarciagola, ogni tanto qualcuno ha scagliato bottiglie di birra contro la polizia, e sono stati caricati, dispersi, inondati di gas lacrimogeni dalle forze dell’ordine. I russi invece non bevono mai prima della rissa. Risultato: il bersaglio è ubriaco e malfermo; il picchiatore è sobrio e lucido. La differenza è lampante nei filmati sui quali si sta basando l’inchiesta dei magistrati francesi. Gli inglesi hanno occupato per tre giorni il centro di Marsiglia; i 3-400 russi sono comparsi per battersi e poi si sono dileguati. L’«hooliganismo» inglese si può rappresentare come l’ampliamento a dismisura di una rissa da pub. In Russia invece si parla di «okolofutbal», che più o meno vuol dire ciò che sta intorno al calcio, ed è fatto da schiere di ragazzi intorno ai 30 anni che praticano arti marziali, pugilato, boxe thailandese.
Il coraggio non lo trovano nell’alcol, ma lo costruiscono nell’allenamento. La partita di calcio non è occasione di rissa e sfogo, ma assomiglia a uno sport: disciplina e combattimento gonfiati dal nazionalismo. Ecco perché Inghilterra-Russia, sabato a Marsiglia, ha offerto loro la coincidenza perfetta di tempo, luogo e ribalta: «schiacciare» i re decaduti sul palco globale offerto dall’Europeo. Per questo si sono alleati tutti i gruppi più feroci: Gladiators Firm e Aliens dello Spartak Mosca, Music Hall dello Zenith San Pietroburgo, Sturdy Fighters della Torpedo Mosca, Yaroslavka del Cska Mosca, più i club del Lokomotiv. Nicolas Hourcade, docente di Scienze sociali all’Ecole centrale di Lione e specialista del fenomeno ultrà, ha spiegato ieri a Libération : «Gli inglesi pagano il loro status di inventori dell’hooliganismo e questo eccita gli altri gruppi, che vogliono affrontarli per affermare il loro prestigio».
Domani la Russia gioca con la Slovacchia a Lens; giovedì l’Inghilterra affronta il Galles a Lille. Le due città distano meno di 30 chilometri. Non si venderanno alcolici. Ma i russi non hanno bisogno di birra in corpo per attaccare.