la Repubblica, 14 giugno 2016
Orlando, ecco cosa pensano Barack Obama, Hillary Clinton e Donald Trump
Federico Rampini per la Repubblica
A meno di 24 ore dalla sua prima dichiarazione, Barack Obama torna a parlare del massacro di Orlando. Incalzato da Donald Trump, che allude perfino a collusioni inconfessabili tra il presidente e i terroristi islamisti, stavolta Obama è meno cauto: parla di «terrorismo cresciuto in casa» ma «alimentato dalla propaganda online dello Stato Islamico, di Al Qaeda». Trump lo aveva accusato di reticenza sospetta, perché domenica nella prima dichiarazione dalla Casa Bianca mancava l’aggettivo “islamista”. Ora Obama precisa: la strage è oggetto di una «indagine per terrorismo». Specifica che l’autore della sparatoria «si è ispirato a varie fonti estremiste disseminate in Rete, materiale che gli inquirenti stanno setacciando per capire meglio il percorso che lo ha portato fino all’attacco». Ci tiene a sottolineare la definizione di «homegrown terrorism», cresciuto in casa, perché l’Fbi «non ha trovato prove di una direzione dall’esterno». Benché il terrorista «all’ultimo momento abbia dichiarato la sua fedeltà all’Is, questo non significa che fosse parte di un’organizzazione, di una trama più vasta”. In questo senso, Obama vede analogie con l’ultimo attentato sul suolo degli Stati Uniti, la strage di San Bernardino in California, compiuta da due coniugi apparentemente auto- indottrinati.
Obama non rinuncia a porre il problema delle armi. L’autore della strage «ha potuto comprare legalmente le armi – un fucile automatico da guerra, una pistola Glock e tante munizioni – perché questo non era difficile per lui». Sotto accusa, in primo luogo il presidente mette la Florida, dato che le norme sulle armi sono in larga parte di competenza dei singoli Stati.
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Chris Cuomo per la Repubblica
«È stato un attentato terroristico. L’Is ha rivendicato, ma non sappiamo ancora con certezza se abbia avuto un ruolo preciso in quello che è accaduto. Dobbiamo lavorare con i nostri alleati per smantellare i network di radicalizzazione».
Come?
«Questa è l’occasione giusta per repubblicani, democratici e indipendenti per collaborare tutti insieme, diventando un fronte unico. Cerchiamo di ricordarci come ci unimmo dopo l’11 settembre: dovremmo riappropriarci di quello spirito».
Il presidente Obama è stato criticato perchè non ha usato l’espressione “terrorismo islamista radicale”. Sembra quasi esserci una sorta di timore riverenziale o di istintiva cautela nei confronti delle accuse a una religione. Lei crede che questo sia islamismo radicale o terrorismo islamico radicale? Userebbe queste definizioni?
«Conta più quello che facciamo di quello che diciamo. Ho già detto che siamo sotto la minaccia del terrorismo radicale e che non c’è mai un motivo giustificabile per massacrare persone innocenti… Che poi lo si chiami Jihad radicale o islamismo radicale non importa. Penso però che ai fini della vittoria sia pericoloso dichiarare guerra a una religione intera».
La strage ha riacceso la polemica sull’uso delle armi: qual è la sua posizione?
«Qui in America non c’è una legge per limitare l’uso delle armi calibro 50 o dei fucili di precisione e d’assalto. Non è indispensabile avere un porto d’armi per acquistare armi così potenti. Non sono previsti controlli sulla vita e il passato di chi compra un’arma. Non ci sono controlli sul commercio di armi fra privati. Credo che questi siano davvero tanti, troppi “non”. È indispensabile una riforma per la sicurezza e sulle armi. Solo così si può fare la differenza. Occorre varare subito una riforma. Non possiamo cadere nella trappola della lobby delle armi che dice che se non possono fermare gli incidenti se impediamo alle persone di difendersi da sole».
( Copyright Cnn)
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Se Donald Trump sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti, sospenderà l’immigrazione dalle aree in cui vi è una comprovata storia di terrorismo. Lo ha detto lui stesso parlando a Manchester, nel New Hampshire, all’indomani della strage di Orlando. Il miliardario ha osservato un minuto di silenzio per le vittime e ha descritto l’attacco come «un momento molto buio» nella storia degli Stati Uniti. «Le leggi in materia di immigrazione – ha spiegato – danno al presidente il potere di sospendere l’ingresso nel Paese a qualsiasi tipo di persona».
Secondo Trump l’autore della strage di Orlando ha potuto commettere il reato perchè «alla sua famiglia è stato permesso di entrare» negli Stati Uniti dall’Afghanistan. Proprio parlando del paese asiatico Trump ha fatto una gaffe che non è sfuggita ai media Usa «è nato in Afghan», ha detto parlando dell’attentatore.
Trump è stato durissimo contro il presidente Obama e la sua rivale nella corsa alla Casa Bianca, Hillary Clinton, arrivando ad accusare Obama di complicità nell’accaduto: «Siamo guidati da un uomo che non è né duro né intelligente. Oppure c’é qualcosa d’altro dietro?», si è chiesto, sostenendo poi che alle agenzie federali che dovrebbero prevenire il terrorismo è reso impossibile lavorare a causa delle restrizioni imposte dall’attuale amministrazione.
Hillary Clinton poi, «intende togliere le armi all’America e lasciare entrare coloro che vogliono ucciderci...farli arrivare e divertire quanto vogliono». «Chi è davvero l’amico delle donne, dei gay? Perché Obama e la Clinton spalancano le nostre frontiere a islamisti che vogliono calpestare i diritti delle donne e dei gay?», ha concluso Trump.