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 2016  giugno 12 Domenica calendario

Torna il letto del piacere di Marangoni

Un letto in noce scolpito con testata a lunetta decorata a pannelli con raffigurate le virtù e gli episodi della vita di San Francesco; la lumiera in forma di lucerna alta 185 cm con base ottagonale scolpita e intagliata con motivi di farfalle e fiori. E ancora: due scrigni a bauletto, gli specchi, i comodini. Fa un certo effetto rivedere, a distanza di 81 anni, risistemata nella sua originaria location e disposizione la camera da letto realizzata da Ettore Zaccari per l’imprenditore milanese Guido Rossi che Guido Marangoni espose nella II mostra internazionale delle arti decorative di Monza del 1925. «Mi piace pensare che avrebbe potuto dormirci Andrea Sperelli, il dannunziano protagonista del Piacere», confessa Renato Besana. È lui l’artefice della “resurrezione” di questa camera da letto che fa parte della mostra Il design prima del design che inaugura domenica 12 giugno alla Villa Reale di Monza. Sottotitolo: «Guido Marangoni e le Biennali di Monza 1923-1927».
L’esposizione, che sarà visitabile fino all’11 settembre, si propone infatti di rievocare le tre edizioni della mostra internazionale che si tennero nella Villa Reale e nel parco in quel lustro, ma al tempo stesso ricordare la figura e l’opera di Guido Marangoni, che ne fu l’ideatore, il propugnatore e il principale artefice. Da quelle lontane Biennali sarebbero scaturite le Triennali. «Mi era sembrato giusto», spiega Besana, «nel momento in cui la Triennale era tornata a proporre dopo vent’anni la grande esposizione internazionale, la XXI, ricordarne le origini e soprattutto rendere omaggio a Guido Marangoni. Fu lui, per primo, a intuire le potenzialità di quello che oggi è il design italiano. Negli anni Venti, in un contesto molto diverso dall’attuale, se ne possono cogliere i prodromi». Guido Marangoni, deputato socialista al Parlamento dal 1909 al 1921, fu uno dei più importanti critici d’arte italiani dell’epoca (fu sua l’iniziativa nel 1920 di una pubblica sottoscrizione per acquistare Il quarto stato di Pellizza da Volpedo). Direttore dei Civici Musei di Milano e socio onorario delle Accademie di Brera e di Venezia, il 20 dicembre 1917 scrisse una lunga lettera aperta al sindaco di Milano Emilio Caldara chiedendo al Comune di «promuovere, a non oltre due anni dalla pace, una grande esposizione d’arte decorativa da rinnovarsi di biennio in biennio e tale da assurgere a generale convegno di quanti in ogni parte d’Italia abbiano lavorato alla rinascita delle attività artistiche locali». Alla lettera seguì una relazione-programma, presentata nel 1919 alla giunta milanese, che l’approvò in ottobre. Il 19 maggio 1923 si aprì a Monza, nella Villa Reale che la Corona aveva ceduto al demanio, la I Mostra internazionale delle arti decorative. Provengono da lì e dalle successive due edizione le ceramiche, i vetri, i ferri battuti, i monili e i complementi d’arredo – molti delle quali recano firme illustri come quelle di Fortunato Depero, Gio Ponti e Emilio Lancia, Tommaso Buzzi, Ettore Zaccari, Libero Andreotti, Cappellin &Venini, Alessandro Mazzucotelli, Duilio Cambellotti – proposti ai visitatori de Il design prima del design. Tutti esposti nel rispetto della originaria impostazione voluta da Marangoni che, precisa Besana «privilegiava l’artigianato artistico, cui si aggiunsero, in misura sempre maggiore di edizione in edizione, le produzioni industriali di pregio. L’unità delle arti, comprese le decorative, aveva in lui un convinto assertore e questa, con le dovute differenze, sarebbe stata la cifra delle Triennali fino ai giorni nostri».
I mobili, gli oggetti, i manifesti, i cataloghi delle Biennali, le riviste restituiscono al visitatore le predilezioni di un’epoca, tra reminescenze ottocentesche e annunci del nuovo. L’ambizione di Renato Besana è che il pubblico oggi ritrovi lo stupore e la meraviglia che affascinò i visitatori di un tempo ormai remoto, quasi che le ombre ancora aleggino tra queste mura.