la Repubblica, 12 giugno 2016
Rcs, Bonomi vuole investire di più ma Cairo ha tempo fino a venerdì per rilanciare
È sempre più testa a testa tra Urbano Cairo e Andrea Bonomi per conquistare il controllo della Rcs. Ieri è stato pubblicato il prospetto informativo della cordata che oltre al fondatore del fondo Investindustrial vede schierati in prima fila Mediobanca, Diego Della Valle, UnipolSai e Pirelli. Due le novità importanti: primo, la cordata si riserva di rinunciare alla condizione del raggiungimento del 66,7% e potrà ritenere valida l’Opa anche se riceverà il 30% più un’azione a patto che con tali voti riesca a controllare l’assemblea ordinaria e nominare il cda. Poiché la cordata Bonomi parte da un 22,6% di azioni Rcs oggi possedute dai soci di riferimento e che verranno conferite alla Newco che lancerà l’Opa, con un 30% di adesioni raggiungerà oltre il 52% del capitale e governerebbe la società qualunque quota Cairo a ottenere.La seconda novità riguarda i soldi che la compagine guidata da Bonomi si dichiara disposta a mettere in campo per far crescere la Rcs. Oltre alla quota parte di un aumento di capitale di 200 milioni (cioè 150 milioni) ora dice che potrebbe fare anche di più. «Gli investitori potranno altresì valutare di investire ulteriori risorse finanziarie se proposto dal cda per consentire la creazione di uno dei principali gruppi multimediali internazionali», è scritto nel prospetto. Con questa mossa Bonomi cerca di sopravanzare il passo avanti fatto da Cairo, che non ha escluso una fusione tra la sua casa editrice e la Rcs per sfruttare sinergie industriali tra i due gruppi facendo confluire nella società fusa i 108 milioni di liquidità attualmente presenti nella Cairo. Bonomi, però, ha motivato il maggior impegno con il fatto che Rcs ha bisogno di crescere e per farlo ci vogliono le risorse adeguate. La cordata nel prospetto scrive infatti che intende «sostenere e accelerare il processo di ristrutturazione positivamente avviato dall’attuale management dell’emittente nonché creare un gruppo editoriale multimediale di portata internazionale, partendo dalla piattaforma di business esistente e sviluppandola attraverso interventi mirati». Per ottenere questo risultato, però, occorre avere un azionariato stabile e Bonomi, al contrario di Cairo, deve convivere con altri quattro soci pesanti che insieme hanno il 55% della Newco che lancerà l’Opa. Non a caso per regolare i rapporti tra di loro hanno dovuto ricorrere all’antica formula del patto di sindacato che la stessa Mediobanca aveva mandato in soffitta.Sia nel caso vincesse Cairo sia prevalessero Bonomi & C. la Rcs rimarrà una società quotata in Borsa. In questo modo si offrono agli investitori il maggior numero di opzioni.Possono consegnare o concambiare parte delle azioni tenendo le rimanenti, partecipando al piano di turnaround promosso da Cairo oppure incassando 0,7 euro cash e magari ricomprando le azioni in Borsa a prezzi più bassi. E poiché Cairo nelle sue esternazioni pubbliche ha sempre affermato di aver condotto le ristrutturazioni senza toccare il personale, ecco che Bonomi si premura di affermare che «alla data del documento di offerta e per i successivi 12 mesi, non sono previste all’esito dell’offerta operazioni che possano avere effetti sulla forza lavoro ulteriori rispetto a quanto previsto dal business plan 2016-2018 reso noto al mercato dall’emittente».Ora si entra nella settimana cruciale poiché entro venerdì 17 Cairo deve decidere se rilanciare o meno e Bonomi nei giorni successivi dovrà fare altrettanto.