Corriere della Sera, 12 giugno 2016
Impreparati di fronte agli hooligans
Un governo che studia le contromosse per eventuali droni dell’Isis sugli stadi, attacchi con armi chimiche e sbarchi di terroristi sulle spiagge, si è lasciato sorprendere dagli scontri fra hooligans, ovvero la minaccia più banale per un grande evento di calcio. Oltretutto, teste insanguinate, sedie che volano e bandiere inglesi tra i fumogeni si sono visti nel Vieux Port di Marsiglia: proprio come 18 anni fa.
Il primo errore è stato forse confermare le partite dell’Inghilterra nella città mediterranea, dove ai Mondiali del 1998 ci furono scontri rimasti nella memoria tra ultrà inglesi e tifosi tunisini alleati alla popolazione locale, in occasione di Inghilterra-Tunisia. Il giorno dopo il match, le risse continuarono sulla spiaggia del Prado dove era stato installato il maxischermo, ma tutto cominciò tra i bar del quartiere turistico sul porticciolo di Marsiglia, esattamente nello stesso punto dove ieri si è scatenato il caos.
«Ospitare di nuovo l’Inghilterra a Marsiglia dopo i fatti del 1998 poneva già un grosso problema e in effetti si poteva pensare di spostare il match, in modo da eliminare subito l’ipotesi di vendette. Se poi aggiungiamo anche la presenza della Russia e dei suoi tifosi violenti... Gli hooligans russi si sono mossi con velocità e determinazione, mi sembra evidente che si fossero preparati ad attaccare gli inglesi», dice Ludovic Lestrelin, sociologo dello sport e specialista delle questioni legate al tifo.
L’impostazione francese nella gestione della sicurezza si basa su due pilastri: molte proibizioni di ingresso per gli individui considerati a rischio, e un dispositivo di forze dell’ordine ostentato al limite della minaccia. Strategie inutili in una competizione internazionale come gli Europei 2016, dove è difficile controllare in anticipo i tifosi stranieri e dove gli incidenti scoppiano lontano dagli impianti.
Prima che giovedì cominciassero i primi scontri tra inglesi e marsigliesi, in Francia quasi non si parlava degli hooligans. L’ossessione erano e sono i terroristi islamici. Le risse tra tifosi, è comprensibile, non sono mai apparse una priorità. Un dispositivo comunque era stato messo a punto: la Francia ha ripristinato i controlli alle frontiere e negato l’accesso al suo territorio a circa 3.000 tifosi stranieri considerati pericolosi.
Cinque partite sono state classificate «livello 3» su una scala di rischio che arriva a 4, e quindi oggetto di controlli rafforzati: Inghilterra-Russia di ieri a Marsiglia, poi Turchia-Croazia oggi al Parc des Princes a Parigi, giovedì 16 Germania-Polonia allo Stade de France e Inghilterra-Galles a Lens, e Ucraina-Polonia il 21 giugno di nuovo a Marsiglia.
Che il pericolo più grosso fosse rappresentato da Inghilterra-Russia a Marsiglia era chiaro a tutti, anche al commissario Antoine Boutonnet responsabile della «Divisione nazionale di lotta contro l’hooligansismo» (Dnlh). L’uomo che al ministero dell’Interno guida la strategia anti-hooligans commentava così, a fine maggio su Libération, l’ipotesi di un’alleanza tra ultrà inglesi e russi per una «caccia al musulmano» a Marsiglia: «Quel che arriva dal territorio, semmai, sono voci di scontri in preparazione tra russi e inglesi». Si sapeva, insomma. Ed è successo lo stesso.
Il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve lunedì ha inaugurato a Lognes, poco fuori Parigi, il «Centro di cooperazione della polizia internazionale» (Ccpi), una specie di torre di controllo che deve coordinare il lavoro dei quasi 100 mila uomini dell’apparato di sicurezza francese con quello dei 180 poliziotti dei 23 Paesi ospiti agli europei. Cinquanta agenti sono rimasti nel centro, 130 accompagnano le loro squadre rispettive nelle 10 città che ospitano le partite. Per ogni team, significa più o meno sei connazionali dispiegati sul territorio. Troppo pochi.
«La polizia francese non è più abituata ad avere a che fare con gli hooligans», dice Lestrelin. Lo si è visto alla finale della Coppa di Francia del 21 maggio allo Stade de France tra OM e PSG, ultimo test sulla sicurezza pre-Europei. Risultato: due incendi sulle tribune, sbarre di ferro, petardi e fumogeni fatti entrare nello stadio nonostante il nuovo muro alto due metri e mezzo. Un fiasco totale.