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 2016  giugno 11 Sabato calendario

I 150 anni di Jack Daniel’s

La passione per un whisky può far arrivare al punto di inventarsi l’appartenenza a un golf club inesistente, farne realizzare il marchio e consegnare il cucisivo da giacca blu solo agli amici del cuore? Sì, se ci si chiama Frank Sinatra e il piacere per un buon bicchiere di Jack Daniel’s è tale da non farsi mancare una bottiglia nemmeno in punto di morte. È ormai noto, infatti, che il caro «Old Blue Eyes» si sia fatto seppellire con tre cose per lui fondamentali: alcune monete da dieci centesimi («si sa mai che una volta di là – scrisse nel testamento – debba telefonare»), una stecca delle sue sigarette preferite e una bottiglia di Black Label Old N°7. 
American Bar
Ma torniamo al golf club di cui, in questa pagina, vedete una rara foto del marchio. Frank non cantava senza il suo Jack on the rocks (due dita di whisky e tre cubetti di ghiaccio per l’esattezza) al fianco e lo stesso facevano i componenti del «Rat Pack»: Dean Martin, Sammy Davis Jr., Peter Lawford e Joey Bishop. Se doveste passare per Londra e voleste andare a visitare il famoso Hotel Savoy sappiate che al pian terreno di uno degli alberghi più aristocratici del mondo c’è lo storico American Bar dove, in un’ala entrando sulla destra, c’è una piccola mostra con cimeli appartenuti al grande Frank. Dischi, bottiglie di Jack finite o lasciate a metà e bicchieri «toccati» dal più grande cantante di sempre. Per omaggiare l’uomo e l’artista proprio quest’anno a Lynchburgh hanno prodotto il Jack Daniel’s Sinatra Century, la limited edition più esclusiva e rara mai creata da Jack Daniel’s. Per far maturare il «prodotto» (chi ci lavora non lo chiama mai whisky), seguito passo dopo passo dal Master Distiller Jeff Arnett, sono stati usati solo cento barili. 

Ambasciatore unico
Per la grande distribuzione, solo negli Usa e in Canada, da tempo viene venduto il «Sinatra Select», un blend che sull’etichetta attorno al collo della bottiglia vede effigiato il famoso Fedora hat indossato dal cantante. Insomma: testimone, ambasciatore, uomo immagine Frank Sinatra ha significato molto per un’azienda che non ha mancato di riservargli un tributo unico e irripetibile. 
E dire che «la Jack Daniel’s Distillery non ha mai pagato per l’uso o la citazione del proprio whisky in un film o in un video musicale». Possibile, visto che su You Tube si trova senza fatica un filmato intitolato Jack Daniel’s in the movie final version con parecchie scene di famosi blockbuster dove l’Old n°7 è stato parte integrante della storia. Al Pacino nel remake di Profumo di donna, Jack Nicholson in Shining, Tom Cruise e Nicholson in Codice d’onore, Paul Newman in Lassù qualcuno mi ama, il mitico John Belushi che scola una bottiglia in un sorso nel divertente Animal House o Kris Kristofferson di È nata una stellaparlano, recitano, si arrabbiano, amano, sorridono citando più e più volte il «Jack». 
I fans rock
È poi assodato che questo liquore sia diventato il preferito da tutto un mondo rock’n’roll che ne ha amato estetica e contenuto. Slash dei Guns n’ Roses piuttosto che altri musicisti tosti come lui il marchio JD Old N° 7 ce l’hanno tatuato addosso; i ragazzi dei Blink 182 ma anche i rockers dei Led Zeppelin o dei Metallica e di decine di altre rockstar, country o blues hanno più volte manifestato un debole per la bottiglia quadrata. Il perché, andando oltre il gusto (fatto da 80% di mais, proveniente dal cuore degli Stati Uniti: Indiana, Illinois e Kentucky; 8% di segale, coltivata nella zona di Red River Valley, in Minnesota e nel Dakota e 12% di orzo maltato, proveniente dal Wisconsin), sta tutto nella storia di un whisky che in 150 anni è diventato uno dei simboli maschili dei nostri tempi e insieme il totem attorno a cui si sono arrotolate le vite di tanti protagonisti dello showbiz mondiale.