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 2016  giugno 13 Lunedì calendario

Case che esplodono per distrazione o scarsa manutenzione. Fate controllare gli impianti a gas

Le case sventrate dalle esplosioni, gli allarmi per le fughe di gas quotidiane, le chiamate di aiuto ai vigili del fuoco raccontano storie di incuria e distrazione, pochi controlli agli impianti e troppa abitudine. Lo usiamo tutti i giorni, per vivere e cucinare. Per scaldare la casa e l’acqua della doccia. Il gas è diventato una consuetudine che ha annullato timori e precauzioni per quella sostanza così infiammabile. I gesti sono ormai automatici e diventano rischio mortale quando distrazione, incuria, prendono sopravvento.
LE DISATTENZIONI FATALI

«Accade troppo spesso: superficialità, mancanza di consapevolezza del pericolo sono frequentemente la causa dei disastri. E quando non è stato un errore umano a provocare lo scoppio, troviamo impianti non controllati, non a norma di legge perché con la crisi magari si tende a risparmiare. Canne fumarie intasate e mai pulite, scarichi dei gas fatti in modo assurdo: che finiscono nell’appartamento dei vicini, sulle grondaie». Michele Mazzaro, ingegnere, dirigente del nucleo investigativo anti-incendi dei vigili del fuoco, ha un’esperienza decennale sul campo. Utile per capire, per evitare che si ripetano nuove tragedie. Ancora troppo frequenti: sono stati 38 gli interventi dei pompieri per esplosioni causate da impianti a gas e 10.625 per segnalazioni di fughe nei primi mesi di quest’anno. Nel 2015 gli scoppi sono stati 177.
LE CAUSE DEGLI INCIDENTI
Se l’anno scorso i vigili del fuoco sono accorsi per oltre 23mila chiamate dovute a fughe di gas, gli incidenti sono stati nel complesso 246, e ben 39 persone hanno perso la vita. Quasi la metà di quelle vittime, il 42 per cento, è morta per un errore umano, una distrazione, una disattenzione.
ERRORI E CONTROLLIGuardare ai motivi degli incidenti, raccolti da Comitato italiano Gas, studiare le cause stabilite dai vigili del fuoco che accorrono quotidianamente sugli incidenti, fornisce una fotografia dell’Italia e dei nostri comportamenti sul fronte della sicurezza domestica. Un’immagine poco tranquillizzante soprattutto se si pensa che negli ultimi due anni il numero delle vittime era di molto inferiore: 29 nel 2014. due in meno nel 2013. Restano dunque ancora troppi gli errori umani (il gas lasciato aperto, l’acqua che straborda dalla pentola e spegne la fiamma). Troppi i mancati controlli e il non rispetto delle misure di sicurezza: i macchinari vecchi, gli impianti non a norma, non rinnovati per disattenzione o mancanza di fondi.METANO E BOMBOLE
Gli incidenti per quanto riguarda il gas che arriva nelle tubature sono stati 120 l’anno scorso, 4 in meno del 2014, e hanno provocato 17 vittime. Nella classifica delle cause dell’incidente c’è al primo posto (34%) la carenza di manutenzione, l‘assenza dell’impianto di evacuazione fumi, un’insufficiente aerazione del locale. Al secondo posto il malfunzionamento dell’apparecchio. Al terzo, col 23% degli incidenti, l’uso scorretto dell’impianto o la disattenzione che provocano quasi la metà delle vittime. Anche per chi usa le bombole, la maggior causa di incidenti è sempre l’errore umano: l’anno scorso ci sono stati 146 episodi dovuti al gpl, 22 le vittime, 164 i feriti. A provocarli nel 31% dei casi, l’uso scorretto o l’errata manovra sulle bombole che ha provocato il 18% delle morti e il 30% dei feriti.
COME PREVENIRE
Che fare per evitare nuove tragedie? I vigili del fuoco non hanno dubbi quando elencano le norme di legge previste e quella di sicurezza, di precauzione. In primo luogo l’installazione dell’impianto deve essere fatta a regola d’arte e con la dichiarazione di conformità prevista dalla legge. In secondo luogo bisogna fare una manutenzione periodica della caldaia, ad opera di personale qualificato. Bisogna pulire, controllare lo scarico dei fumi. «Il rischio è che si finisca intossicati dal monossido di carbonio, che vi sia incendio o esplosione». Da controllare anche l’ efficienza energetica che portebbe mettere in luce eventuali falle o malfunzionamenti. Sul fronte delle sostituzioni va ricordato che tubi di raccordo del gas alla cucina se sono di plastica vanno cambiati ogni cinque anni.
IN CASO DI FUGA DI GAS
«Il gas è inodore e per riconoscerlo viene appositamente profumato in modo sgradevole cosi da essere subito riconosciuto», ricorda l’ingegner Mazzaro che in caso di fuga prima di tutto consiglia di aprire le finestre, per evitare che ci stordisca. Poi bisogna chiamare i vigili del fuoco e soprattutto non azionare inneschi, che in altre parole significa non accendere la luce, non andare con fiammiferi o accendini in giro per la stanza cercando di individuare l’origine della fuga di gas.