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 2016  giugno 11 Sabato calendario

Tutto quello che c’è da sapere sulle piume

  Che cosa è una piuma? Un miracolo della natura. Thor Hanson, biologo americano, si è messo in testa di capire cosa sia esattamente ciò che ricopre i 400 miliardi di uccelli che volano sulla superficie del nostro pianeta e di spiegarlo in modo comprensibile ai lettori di un suo libro: “Piume” (traduzione. di A. Panini, il Saggiatore). I vertebrati, cui noi umani apparteniamo, dal punto di vista della superficie del corpo si differenziano in lisci (gli anfibi), squamati (i rettili e i pesci), pelosi (i mammiferi) e piumati (gli uccelli). Tutti questi rivestimenti hanno prerogative uniche, tuttavia nessuno può competere con le penne, sia per varietà che per forme. Nessuna altra copertura del corpo può essere infatti soffice o rigida, ramificata o sfrangiata, appiattita o spessa. Niente, salvo le piume. La loro lunghezza varia dai pochi centimetri delle vibrisse alle penne di dieci metri del gallo Onagadori, razza ornamentale giapponese. Inoltre, le penne servono a mimetizzarsi o ad attirare l’attenzione, rendono impermeabili, ma possono anche raccogliere l’acqua per poi trasportarla a chilometri e chilometri di distanza. Servono a volare, a riscaldare, a raffreddare; sono il materiale isolante più leggero ed efficiente.
Non esiste ovviamente un solo tipo di piuma, bensì tanti. Hanson ha raccolto nel suo giardino uno scricciolo morto e si è dedicato a spiumarlo per contare le sue penne: 208 per ala, 12 sulla coda, 375 sul ventre, petto e dorso, oltre 400 sul collo, testa e faccia. Non è stato facile, racconta, suddividerle in mucchietti o pile separate, perché bastava un soffio d’aria per farle volare via. Com’è fatta una piuma? Ha un calamo cavo alla base che si ramifica a partire da un asse centrale in modi tanto diversi da produrre tipi di piume differenti: remiganti quelle di volo sull’ala, timoniere quelle della coda. Poi ci sono piume chiamate filopiume, piumino pulverulento e le copritrici o tettrici; e altre ancora. Il biologo americano è andato a interrogare Richard Prum, lo studioso che è considerato il massimo esperto mondiale, e che ha una sua teoria sulla origine delle piume. Come sanno i ragazzini, gli uccelli sono gli eredi dei dinosauri estinti molto tempo fa. Si tratta di una questione dibattuta nell’Ottocento, che s’impernia su un antico animale, Archaeopteyx
lithographica, il cui nome significa “antica ala, scritta sulla pietra”, un rettile che era dotato di penne da uccello. Perché si sono sviluppate le piume? Per il volo, si è risposto. Non solo per questo: per trattenere calore o per rendere gli individui più attraenti nel corteggiamento. Darwin ha dedicato alle penne ben quattro capitoli del suo L’origine dell’uomo e la scelta in rapporto col sesso (1871), il suo libro più importante dopo L’origine della specie (1859), mettendo in luce come siano state decisive nella selezione sessuale. Come hanno fatto i dinosauri, dotati di piume, e i loro discendenti a sollevarsi da terra? Hanno spiccato il volo partendo dal suolo o scendendo dagli alberi? I fautori della solu- zione “da terra” puntano su un gruppo di veloci dinosauri teropodi corridori che hanno cominciato a sbattere le ali e a compiere piccoli balzi; mentre il fronte “giù dagli alberi” sostiene che sia il risultato di organismi arboricoli che si muovevano da un ramo all’altro. La risposta prevalente è che i progenitori degli uccelli usavano sia le ali che le zampe. Fatto sta che la comparsa delle penne data dal Mesozoico, 250 milioni di anni fa, un tempo rispettabile, se si pensa che noi umanoidi ci siamo da 1 milione di anni, e solo 200.000 anni come Homo sapiens.
Le penne sono un’ottima fonte di proteine, tanto è vero che quelle di milioni di tacchini vengono usate negli Stati Uniti per produrre una farina proteica che si trova nei cibi di cani, negli alimenti di bovini e polli. Si chiama cheratina, ed è quella che abbiamo nei capelli e nelle unghie. Se cominceremo tra poco anche in occidente a mangiare insetti, visto il calo progressivo di risorse alimentari sul pianeta e la dotazione proteica, non è escluso che nella alimentazione del futuro ci possa essere tanta cheratina.
Leggere un libro come Piume fa immaginare scenari non solo passati, ma anche futuri; a partire dalla strumentazione tecnica che possiamo trarre dai volatili. Alla Gore-Tex si studia come l’acqua scivoli via sulle piume, una delle membrane impermeabili più versatili. Non è solo idrorepellente; funziona come strumento per trattenere calore e per raffreddare il corpo che avvolge. Insomma, se non siamo riusciti a farci crescere nel corso di qualche milione di anni piume al posto dei peli, possiamo provare a rubare ai discendenti dei dinosauri il segreto del loro involucro. Quello che la Natura non ci ha dato, lo fabbrichiamo con la Tecnica. Il tutto, ben inteso, a nostro rischio e pericolo.