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 2016  giugno 11 Sabato calendario

Per Rcs l’offerta di Cairo non è sufficiente

La partita per il controllo di Rcs entra nel vivo. Con il via libera della Consob al prospetto dell’Opa Bonomi & C., che partirà il 20 giugno, e il comunicato del cda Rcs che «all’unanimità valuta non positivamente l’Ops di Cairo Communication» in partenza lunedì prossimo, ora sarà il mercato a dover decidere a quale delle due offerte dare la preferenza.
Il flottante del titolo è infatti pari al 65%, dopo che Fca ed Exor hanno distribuito le proprie quote, mentre il 22,6% del capitale confluirà nella Newco costituita da Bonomi, Mediobanca, Della Valle, UnipolSai, Pirelli se questa riuscirà ad arrivare ad almeno il 51% del capitale.
Le decisioni degli investitori istituzionali e dei piccoli azionisti, però, si baseranno in primo luogo sui numeri forniti dai due offerenti oltre che sulla loro interpretazione fornita dal cda. Un consiglio che, occorre ricordarlo, è stato nominato circa un anno fa da quegli stessi azionisti che oggi si oppongono all’avanzata di Cairo. La bocciatura dell’Ops da parte del cda è totale, sia dal punto di vista finanziario sia da quello industriale. Il prezzo offerto, o meglio il concambio, non è giudicato congruo da tutte e tre le “fairness opinion” fornite al cda dagli advisor Citi e Unicredit e dall’esperto indipendente Roberto Tasca. La valutazione di Rcs sulla base del metodo dei flussi di cassa scontati ha portato a una forchetta compresa tra 0,8 e 1,13 euro da parte di Tasca, tra 0,93 e 1,31 euro secondo l’analisi di Citi e tra 0,86 e 1,26 in base alla stima di Unicredit. I valori medi di questi intervalli sono tutti ben lontani dallo 0,53 euro che implicitamente i prezzi di Borsa attuali attribuiscono al concambio proposto da Cairo (0,12 azioni Cairo per ogni azione Rcs). Dunque l’offerta non è congrua per quanto riguardo il prezzo. Ma non è attraente neanche sotto il profilo industriale poichè i risparmi di circa 140 milioni al 2019 indicati da Cairo nel prospetto informativo, si riducono in realtà a soli 25 milioni se si tiene conto degli oneri non ricorrenti pari a 55 milioni e i tagli già previsti dall’ad Laura Cioli per 60 milioni al 2018. «I risparmi di costo indicati da Cairo, dunque, non risultano essere significativamente superiori rispetto a quanto già previsto da Rcs». Infine Cairo nel suo documento non esclude il ricorso a «interventi di ricapitalizzazione senza chiarire quale sia il livello di impegno di Cairo stesso». A questo punto si tratterà di vedere se nella settimana entrante l’editore di Alessandria deciderà di migliorare la sua offerta. Per farlo ha tempo fino a venerdì 17.