Corriere della Sera, 11 giugno 2016
Chi era Hans Von Seeckt?
Vorrei che tracciasse un profilo di Hans Von Seeckt, che ebbe la capacità di riorganizzare la struttura delle forze armate tedesche che erano allo sbando dopo il trattato di Versailles. I vincitori furono eccessivamente drastici nei confronti della Germania che veniva ingiustamente accusata di essere la colpevole dello scoppio della Grande Guerra. Egli seppe conferire all’esercito una nuova organizzazione e un nuovo sistema di addestramento. Ho letto che si basò sull’arruolamento volontario, anziché sulla coscrizione.Antonio FaddaCaro Fadda,
N on credo che la parola «sbando» descriva la condizione delle truppe tedesche nel novembre del 1918. Vi furono rivolte, diserzioni e «consigli dei soldati» in stile sovietico; ma l’esercito, quando fu firmato l’armistizio, non aveva ceduto al nemico nemmeno un chilometro di territorio nazionale sul fronte occidentale, ed era ancora, sul fronte orientale, il vincitore che aveva imposto alla Russia di Lenin, un anno prima, la pace di Brest Litovsk. I problemi che von Seeckt dovette affrontare dopo la guerra, come Capo di stato maggiore, erano la drastica riduzione degli effettivi voluta dagli Alleati (non potevano superare i 100.000 uomini) e le altre clausole punitive del Trattato di Versailles soprattutto nel campo della industria bellica. La nuova stella del firmamento militare prussiano aveva combattuto su quasi tutti i fronti della Grande Guerra, era già noto per le sue doti strategiche ed era pronto ad aggirare gli ostacoli piuttosto che affrontarli di petto come avrebbero voluto alcuni generali golpisti dell’esercito tedesco.
Von Seeckt capì che lo Stato sovietico era il successore di un Paese sconfitto, che Germania e Russia avevano un potenziale nemico comune (la Polonia) e un comune interesse a eludere insieme la sospettosa vigilanza da cui erano circondate. Dopo qualche sondaggio discreto, la Germania cominciò a costruire e a sperimentare aerei e carri armati nel territorio russo. Poté farlo anche perché a Rapallo, nell’aprile del 1922, in occasione della conferenza internazionale di Genova, Germania e Russia si erano rappacificate con la firma di un trattato che seppelliva il passato e prevedeva una collaborazione economica utile a entrambe.
Colgo l’occasione, caro Fadda, per descriverle la parabola delle relazioni russo-tedesche dal 1914 agli anni Quaranta. I due Paesi si combatterono dal 1914 sino al 1917 quando la Russia sconfitta dovette accettare le dure clausole del Trattato di Brest Litovsk e divenne da quel momento, sino al novembre del 1918, una colonia economica del Reich. Dopo il trattato di Rapallo, i due Paesi collaborarono su un piano di maggiore parità sino all’avvento di Hitler al potere nel 1933 e poi, ancora una volta, dopo il trattato di non aggressione e il protocollo segreto dell’agosto 1939. Nel giugno del 1941 infine, dopo l’invasione tedesca dell’Unione Sovietica, divennero nuovamente nemiche. Curioso destino quello di due Paesi che sembrano condannati a oscillare fra inimicizia e complicità.