Corriere della Sera, 11 giugno 2016
La Francia dà il via agli Europei tra scioperi, hooligans e allarme terrorismo. Ma allo Stade de France Hollande canta a squarciagola l’inno nazionale per tenere unito un Paese allo stremo
Canta a pieni polmoni, François Hollande. Una sciarpa da tifoso ravviva l’abito scuro che indossa per l’inaugurazione dell’Europeo 2016 a Parigi. L’inno. La Marsigliese. Lo Stade de France, che conserva la ferita degli attentati del 13 novembre. Prima che il calcio, al di là del calcio, il canto intenso del presidente è la scena madre nella sua lotta per tenere insieme un Paese allo stremo: scioperi dei treni, degli aerei, della raccolta dei rifiuti. Scontri nelle piazze. L’allarme terrorismo che mai nella storia è stato così elevato per una manifestazione sportiva. E poi quel che i funzionari di polizia francesi hanno ripetuto in tutti i vertici degli ultimi mesi: «Non dimentichiamo gli hooligans». Ieri hanno iniziato a picchiare anche loro.
Pomeriggio, poche ore prima della cerimonia inaugurale, 800 chilometri di distanza dalla capitale: vecchio porto di Marsiglia. L’intera «rive neuve» è una distesa di pance nude, pance arrossate dal sole, pance gonfie, pance disfatte, pance tatuate: «England till I die». Stasera c’è Inghilterra-Russia e gli ultras britannici sono sbarcati per tempo. Alle 16 hanno già assorbito pinte e pinte di birra, i cori rimbombano tra le barche. L’equilibrio (fisico e di ordine pubblico) è precario. Tracolla alle 18 con le prime bottigliate contro la polizia, e poi cariche, fughe, manganellate, lacrimogeni, vetri che si frantumano, sirene, lo scontro con una trentina di ultras russi del Lokomotiv Mosca, un paio di arresti. È il secondo riot. Giovedì sera gli inglesi s’erano già picchiati con i tifosi dell’Olympique Marsiglia. Cantavano cori macabri: «Isis, dove sei?».
Le migliaia di bottiglie rimaste in strada dopo gli scontri di ieri si sono accatastate vicino ai cumuli di spazzatura che, qua e là, si vedono per le strade di Marsiglia. A Parigi è anche peggio. Sindacati e lavoratori protestano da dieci giorni contro la nuova legge sul lavoro e gli scioperi hanno bloccato sia la raccolta della spazzatura, sia l’attività degli impianti di smaltimento. Ieri il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, ha promesso: «Tutto sarà ripulito. Partiamo oggi. Adesso». Il leader del sindacato Cgt, Baptiste Talbot, ha sorriso: «La previsione mi sembra ottimistica». Comunque, ci vorranno giorni. Il Comune ha assoldato società private per la raccolta, che dovranno portare i rifiuti in inceneritori lontani da Parigi.
Servirà tempo anche per il sistema di trasporti. Ieri era il giorno dell’emergenza: oltre 70 mila spettatori dovevano raggiungere lo stadio di Parigi per assistere a Francia-Romania. Il governo, nei giorni scorsi, aveva parlato di precettazione. Hollande ha ammorbidito con un appello «al senso di responsabilità». Ha funzionato, per Parigi e per la partita. Ma per il resto del Paese la storia è diversa. I ferrovieri sono entrati nel loro decimo giorno di sciopero. Rispetto all’inizio, qualcosa in più si muove: 4 treni veloci Tgv su 5 viaggiano in orario, ma è il risultato di imponenti sforzi diplomatici. Non è detto che durerà. Può solo peggiorare, invece, il traffico aereo. Oggi iniziano quattro giorni di sciopero dei piloti. Air France promette che l’80 per cento dei voli sarà regolare.
Questa è la Francia in cui Hollande canta la Marsigliese e spera in un Europeo tranquillo (anche per le elezioni del prossimo anno). I funzionari di polizia che stanno lavorando per l’anti terrorismo e si ritrovano un Paese piegato dal conflitto sul lavoro non fanno che ripetersi: «Ma questa riforma, non si poteva rimandare ad agosto?».