La Stampa, 10 giugno 2016
Harry Potter si fa da parte e lascia il posto al figlio Albus Severus. A Londra l’anteprima dell’attesissima pièce teatrale e l’ottavo libro firmati da J.K. Rolling
La formula magica l’ha rivelata la Signora di Hogwarts in persona, J. K. Rowling:#KeepTheSecrets of #CursedChild, mantieni i segreti del bambino maledetto, non svelare come continua la storia di Harry Potter. Certo il segreto non è facile da mantenere in questi giorni a Londra, dove al Palace Theatre va in scena – divisa in due parti – l’anteprima dell’attesissima pièce teatrale Harry Potter and the Cursed Child (Harry Potter e il bambino maledetto). Un’anteprima infinita – aperta non solo agli addetti ai lavori ma a tutti i fan – dato che la prima ufficiale è il 30 luglio e il 31, giorno del compleanno di Harry (e della sua autrice) uscirà l’ottavo libro della saga che ha venduto più di 450 milioni di copie di libri nel mondo dalla Pietra Filosofale del 1997 e ha dato origine a otto film blockbuster. E i fortunati 175 mila possessori dei biglietti (venduti nel giro di 24 ore) sono impegnati a non rivelare la trama e a non fare spoiler.
Generazione Potter
Il successo del ritorno di Harry Potter non stupisce affatto: i Millennials (i nati fra la fine degli Anni 80 e l’11 settembre 2001), che affollano in questi giorni il West End londinese, sono davvero la «generazione Harry Potter». Nessuno di loro in nessuna parte del mondo, da Londra a Pinerolo, dalle Filippine a Tel Aviv, può fare a meno di conoscerlo: Harry è diventato un simbolo, un magico alleato contro il male, fuori e dentro se stessi. Quello di J. K. Rowling per loro è stato più di un romanzo di formazione, quasi una mappa esistenziale, una metafora del viaggio dall’infanzia all’età adulta, compreso il lutto per la perdita: insieme alle avventure di Harry Potter, per i Millennials è finita l’età dell’innocenza. «È una storia con cui la gente ha vissuto per tutta la sua vita – dice il 35enne Jamie Parker, l’attore che impersona l’Harry Potter adulto in scena in questi giorni a Londra – e io sono uno di loro. Adesso siamo cresciuti, come è cresciuto Harry, e riprendiamo il racconto dove lo avevamo interrotto».
19 anni dopo
Già alla fine dell’ultimo libro e film si vedevano Harry, Ron e Hermione cresciuti che accompagnavano i figli al treno per Hogwarts. Lo spettacolo teatrale riparte da lì: la secchiona Hermione (a teatro è interpretata da un’attrice nera) naturalmente ha fatto carriera ed è diventata Ministro della Magia, Harry lavora con lei e deve fare i conti, per dirla con le parole di J. K. Rowling, «con un passato che rifiuta di starsene al suo posto», Ron e il fratello George mandano avanti il negozio di Scherzi Weasley. A Hogwarts i ragazzini si affrontano come sempre sui campi di quidditch, il calcio magico su scope volanti, litigano e si innamorano, aspettano gufi postini e mangiano cioccorane, si calano sempre in testa il cappello parlante per sapere a quale squadra apparterranno, i coraggiosi Grifondoro o gli astuti Serpeverde. Rose Wesley entra nei Grifondoro, come tutti i Wesley prima di lei, mentre Albus Severus Potter deve combattere «contro il peso di un’eredità familiare che non ha mai voluto» e finisce nei Serpeverde: era quello che temeva, e lo aveva confidato al padre prima di prendere l’espresso per Hogwarts. Ma Harry lo aveva rassicurato: «Porti il nome di uno degli uomini più coraggiosi che io abbia mai conosciuto (il professor Severus Piton, ndr) e lui era un Serpeverde». Harry ha imparato a sue spese che il bene e il male a volte si trovano in luoghi imprevisti, tant’è vero che Albus diventa il migliore amico di Scorpius Malfoy, figlio del perfido Draco.
Il passato che non passa
«Mentre il presente e il passato – dice ancora Rowling – si avvicinano pericolosamente, padre e figlio devono imparare la scomoda verità: l’oscurità si nasconde ovunque». Lo sanno bene i venti/trentenni che escono da teatro con gli occhi umidi e non hanno affatto voglia di crescere: l’età adulta non sempre mantiene le sue promesse, ma l’infanzia, come la cicatrice di Harry Potter, non si cancella mai. «È come fare una lunga corsa – ha detto la Rowling – non puoi fermarti esattamente all’arrivo. E io porto Harry Potter e il suo mondo con me in ogni momento».