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 2016  giugno 10 Venerdì calendario

Da Giaccherini a Candreva, nella vigna di Conte si concentrano i ricchi operai di un’Italia diversa

Antonio poteva fare l’elettricista, Graziano il ballerino, Emanuele era convinto che con il diploma di perito meccanico un posto l’avrebbe trovato. Nella vigna di Conte si concentrano i ricchi operai di un’Italia diversa, adusa più al sudore che ai brillantini. Hanno sfondato tardi e, prima di conquistare i tifosi, dovranno farsi riconoscere: l’altra sera davanti all’hotel degli azzurri in molti invocavano Pirlo. Per distrazione, mica per polemica verso il ct.
È una Nazionale provinciale, con uomini pescati in tredici squadre differenti. Dodici di loro hanno già scoperto la paternità, un altro lo fa adesso: Alessandro Florenzi, il ragazzo tenero che l’altro ieri correva ad abbracciare la nonna in tribuna, è volato a casa in permesso, la moglie Ilenia darà alla luce la loro prima figlia. Pure De Rossi aspetta un figlio, il terzo per lui, dalla seconda moglie Sarah Felberbaum.
Come accadeva un tempo per la visita di leva, le convocazioni fotografano ciclicamente una generazione, ne raccontano vizi e virtù, numeri e ambizioni. Questa è l’Italia dei giocatori da taschino, come Giaccherini e Insigne che non arrivano al metro e settanta, ma ha la stessa altezza media di quella campione del mondo nel 2006, un metro e 83. Lo stato civile divide il gruppo in sposati (12), divorziati (2), fidanzati ufficialmente e non (9). I 23 azzurri rappresentano 9 regioni: Toscana e Lazio 5, poi Lombardia 3, Campania e Liguria 2, Basilicata, Puglia, Sardegna e Veneto 1. Al Veneto andrebbero aggiunti anche i due oriundi brasiliani, il bisnonno di Thiago Motta era rodigino di Polesella, quello di Éder vicentino di Nove.
Da Carrara arrivano il più vecchio (Buffon, 38 anni) e il più giovane: Bernardeschi, 22 anni, il cui papà Alberto di mestiere taglia il marmo. Comanda Roma, però, nella fornitura di piedi alla patria. Candreva, quello che avrebbe fatto altrimenti l’elettricista, è di Tor de’ Cenci. De Rossi è cresciuto a Ostia, dove c’è un chiosco che appartiene alla sua famiglia e talvolta si unisce agli anziani che giocano a carte. Florenzi viene da Vitinia e su Youtube si diverte a recitare se stesso, benissimo, nei video dei The Pills, collettivo di comici romani.
I professoroni sono Ogbonna – genitori nigeriani, studi di giurisprudenza, un anno fa ha incontrato i detenuti nel carcere della sua Cassino – e Chiellini, che dopo il diploma triennale in Economia e Commercio è a due esami dalla specialistica. De Sci- glio ha un diploma all’istituto turistico, la famiglia di Zaza un villaggio vacanze a Metaponto di Bernalda. Il pio Giaccherini è il perito meccanico che temeva di non sfondare a Cesena, mentre Pellè, l’attaccante su cui Conte ha costruito questa squadra, è un ballerino provetto e con la sorella Fabiana vinceva concorsi, da adolescente. Il suo ciuffo, e quello biondo di Bernardeschi, si propongono di fare tendenza in una squadra che ha cambiato pure i testimonial da parrucchiere: non c’è più la cresta di Balotelli ma quella di El Shaarawy, non la barba di Pirlo ma quelle di Candreva e Zaza, e poi gli occhialoni da nerd di Insigne e l’orecchino che Immobile toglie ritualmente prima di ogni partita.
Sirigu, che ha un cavallo di nome Genio, parla un francese fluente, merito del Psg e della fidanzata Camille, gli altri masticano l’inglese (per Aba English, l’Italia sarebbe al sesto posto fra le nazionali dell’Europeo per familiarità con la lingua) e qualcuno conosce rudimenti di giapponese. Padri ragazzini, eterni mammoni (Zaza si è tatuato il ritratto della madre), questi azzurri sanno che il primo passo può farlo anche lei, nel Duemila: Darmian al primo appuntamento si è fatto passare a prendere, non aveva ancora la patente, mentre a Parolo la proposta di matrimonio l’ha fatta la sua Caterina, con un orologio. Tempi che cambiano, come l’azzurro.