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 2016  giugno 09 Giovedì calendario

Pippo Inzaghi riparte da Venezia

Giugno 2007, Milano Marittima. Dopo aver sfinito gli amici con ore di calcio-tennis in spiaggia, Pippo Inzaghi inventa il più strampalato gioco aperitivo: «Vediamo chi conosce più calciatori di Serie C». La reazione, una comprensibile litania di insulti e improperi, quasi sorprende Pippo che fa una smorfia: «Io li conosco tutti. E tra qualche anno, quando sarò allenatore, mi servirà». Nove anni dopo Inzaghi sbarca in Lega Pro e uno dei motivi per cui è stato scelto, confessa il d.s. Giorgio Perinetti del Venezia, è proprio la sua conoscenza dei giocatori: «Inzaghi ha passione, competenza, qualità. Ha vinto tanto e quindi sa quanto sia seducente e bella la vittoria». Nel grande albergo che ospita la presentazione c’è naturalmente Joe Tacopina che ha già in mente la costruzione del nuovo stadio («Tra due mesi il progetto: capienza di 23.000-25.000 spettatori, con negozi e ristoranti») e intanto si coccola il nuovo allenatore: «Il nostro obiettivo è arrivare fino alla Serie A. Pippo ha fame di vincere. E noi vinceremo». Inzaghi fa la conoscenza anche con una cinquantina di tifosi e carica tutto l’ambiente con una comprensibile punta di ruffianeria: «Questo è un presidente da Champions. E tutta la società vale molto di più del campionato che disputeremo. Sta a noi vincerlo, anche se sarà difficilissimo perché tutti vorranno batterci».
I PROGRAMMI Pippo è in forma: magro come se dovesse giocare (e Tacopina gli dà la maglia numero 9), abbronzato. In sala c’è il papà Giancarlo, appena arrivato da Milano Marittima («Una sorpresa perché so che gli fa piacere»), presenza preziosa nei mesi di inattività, quando a volte saliva in macchina col figlio e lo portava a pescare in un laghetto vicino a Piacenza, lasciandogli anche vincere la sfida con la canna. Cinque minuti prima della conferenza arriva la telefonata di Simone, mentre la mamma Marina si farà viva più tardi da San Giovanni Rotondo: Padre Pio ha cose più importanti di cui occuparsi, ma una preghiera per l’avventura in laguna gli sarà arrivata. Pippo probabilmente abiterà a Mestre, vicino al centro sportivo: ha solo chiesto che una stanza venga arredata per poter ospitare i suoi genitori. Oggi Inzaghi parte per Formentera, «ma sarei già andato in ritiro. E infatti ho anticipato il raduno: era previsto il 17 luglio, sarà l’11». Prima fase del ritiro a Piancavallo fino al 24, seconda parte a Norcia dal 28 luglio al 7 agosto.
UN LUNGO VIAGGIO C’è il tempo per voltarsi indietro un attimo: «Quest’anno mi sono aggiornato, sono rimasto colpito dagli allenamenti di Di Francesco e Giampaolo, mi è spiaciuto non essere andato a trovare Sarri. A casa non ci posso stare: sono stato malissimo. Dalla vacanza manderò 20 messaggi al giorno a Perinetti (che intanto gli ha preso Domizzi, ndr)». Per il Milan solo parole dolci: «Nulla può scalfire il mio rapporto con quella società. Spero che Berlusconi guarisca presto. Sarò sempre tifoso del Milan». L’esempio da seguire, però, è un altro: «Il Venezia deve ispirarsi alla Juve: società eccezionale, squadra vincente. Ho chiesto di comprare giocatori forti, ma soprattutto uomini veri: che si allenino bene, che facciano una vita sana. Io cercherò di creare una mentalità vincente, sono emozionato ed eccitato come il primo giorno al Milan». Tacopina alza il calice di prosecco per un brindisi. Niente bresaola, stavolta: paccheri con gamberi e pistacchio e un bis di dolci prima dei saluti. Perinetti chiude con un assist bello come quelli che Pippo riceveva da Zidane ai tempi della Juve: «Nella mia carriera ho voluto fortemente Ventura e Conte alla guida delle mie squadre. E sono finiti ad allenare la Nazionale. Adesso ho voluto fortemente Inzaghi. E se non c’è due senza tre...». In fondo anche Marco Polo partì da Venezia per fare un viaggio meraviglioso.