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 2016  giugno 09 Giovedì calendario

Morire a 16 per overdose. È successo a Roma, in un padiglione abbandonato del Forlanini

Sedici anni appena, è morta, ieri mattina, tra le braccia della madre all’interno del Forlanini, un grande ospedale romano ormai dismesso e abbandonato alla mercé di sbandati, prostitute e spacciatori. Sara Bosco era fuggita il 5 giugno da una comunità per giovani tossicodipendenti di Perugia. Era eroinomane e probabilmente a stroncarla è stata un’overdose. Aveva trovato rifugio, e non era la prima volta, in uno dei padiglioni finiti nella galassia di disperati che hanno trasformato i vecchi reparti in giacigli di fortuna sommersi da montagne di rifiuti ed escrementi di topi. La mamma era arrivata da Santa Severa per cercarla proprio lì. Ma quando l’ha trovata la ragazza stava già morendo, era cianotica, pallida.
LA TELEFONATA
Sono le 9,30. La donna – anche lei un passato difficile alle spalle – chiama il 118. Piange, dice: «Mia figlia è bianca come un lenzuolo, respira appena». I sanitari dalla non lontana centrale operativa del San Camillo, l’ospedale attiguo in cui sono confluite negli ultimi due anni le attività del Forlanini, si rendono conto immediatamente della gravità della situazione e per telefono spiegano alla donna come praticare subito il massaggio cardiaco. Poco dopo giunge sul posto anche il personale dell’ambulanza: gli operatori tentano un’ultima disperata manovra di rianimazione. Ma per la piccola Sara che in comunità aveva cominciato a disintossicarsi con il sogno di riprendere la scuola interrotta, non c’è niente da fare.
L’INCUBO
Stando a un primo esame esterno del medico legale, sul suo corpo non ci sarebbero segni di violenza. Sarà l’autopsia a chiarire che cosa abbia causato il decesso della ragazza. Gli agenti del commissariato di Monteverde, diretti da Antonio Roberti, non hanno trovato siringhe accanto alla giovane. Ma l’eroina potrebbe averla fumata o sniffata. Come ormai avviene tra i più giovani rievocando il consumo massiccio degli anni 70, un allarme che gli inquirenti non sottovalutano. Se l’ipotesi dell’overdose fosse confermata, allora si aprirebbe la caccia al pusher che non ha avuto scrupoli a consegnare nelle mani della ragazzina la dose di droga killer. E per cercarne le tracce i poliziotti potrebbero non andare troppo lontano.
I BILANCINI
«Che dentro al Forlanini si spacci pure, non è un segreto», dice Tommaso Martelli, figlio del chirurgo di fama Massimo Martelli, che dal 2008, data in cui una legge regionale decretò la chiusura del Forlanini, si batte perché il complesso ospedaliero con i suoi 15 ettari di parco pieno di essenze esotiche venga restituito a uno scopo socio-sanitario.
Il 5 maggio scorso, Tommaso aveva documentato con una diretta Facebook il degrado nei padiglioni insieme ad alcuni attivisti politici in vista delle elezioni comunali. «Erano le 11,30 del mattino, tutte le stanze erano occupate. In una in particolare – racconta con le immagini a testimoniare – c’erano tre giovani nordafricani, dentro ho visto chiaramente dei bilancini di precisione, poi quei tre ci hanno cacciato via». Sul caso indaga anche la Squadra Mobile. Già a gennaio la mamma di Sara aveva denunciato a Chi l’ha Visto? la scomparsa della figlia da Santa Severa: «Ho paura che sia finita in un brutto giro, frequenta il Pigneto, la stazione Termini, Ostiense», aveva detto allora. Intanto, nell’ex complesso del Forlanini, che ospita all’interno bassorilievi di Arrigo Minerbi e uno dei più importanti Musei anatomici italiani, sono rimaste attive solo la Medicina Nucleare e una scuola infermieristica, costrette a convivere con il degrado e il sottobosco di criminalità in una cornice ormai spettrale.