Corriere della Sera, 9 giugno 2016
Due giovani palestinesi fanno strage a Tel Aviv
Molti giovani, la Tel Aviv più trendy, tavolini all’aperto, le stelle che si intravedono dalle vetrate del popolare centro commerciale Sarona, un insieme di locali alla moda, negozi e ristoranti ben frequentati a un passo dal Kirya, il quartier generale del ministero della Difesa e di Tsahal, l’esercito di Israele. Intorno alle 21 e 30 (le 20 e 30 in Italia) l’aria di una calda serata estiva è stata improvvisamente attraversata da raffiche di colpi in sequenza. «Sparavano in tutte le direzioni – ha raccontato una ragazza —, mi sono buttata a terra, poi ho visto un terrorista avanzare nella mia direzione. Allora sono entrata in una farmacia e mi sono nascosta dietro il bancone».
Il fuggi fuggi è stato immediato. Ma nel giro di un minuto, i proiettili esplosi da armi modificate avevano già colpito dieci persone: tre moriranno al loro arrivo in ospedale, un’altra ha perso la vita poco dopo, altre sono in gravi condizioni. Gli sparatori, due palestinesi ventenni provenienti dal villaggio di Yatta, a sud di Hebron, venivano intanto catturati dagli agenti: uno, dopo essere stato colpito, è stato trasportato in ospedale.
I due terroristi erano vestiti elegantemente e hanno trascorso parte della serata seduti a un tavolino del ristorante Max Brenner, cenando come avventori qualsiasi. Improvvisamente si sono alzati e, nei pressi di un altro locale, il Benedict, hanno aperto il fuoco sui passanti e sui clienti dei bar intorno, provocando un’ondata di panico. Un civile armato, ripreso anche in un video, ha quindi inseguito i due, aprendo il fuoco mentre scappavano. Un terrorista è caduto ferito, l’altro ha continuato la fuga ma è stato bloccato a un chilometro di distanza e subito portato via dagli agenti dello Shin Bet – i servizi interni – per essere interrogato. Pare che i due assalitori siano cugini.
Il loro attacco ricorda, nelle modalità, quello di Nashat Milhem, un arabo israeliano che aveva aperto il fuoco il giorno di Capodanno nella centrale via Dizengoff, uccidendo due persone sedute ai tavolini di un locale e un taxista, anche lui arabo, che lo aveva trasportato, ignaro di quanto accaduto. Milhem era stato poi rintracciato e colpito a morte dagli agenti dell’antiterrorismo israeliano soltanto una settimana dopo, nel suo villaggio, Arara, nel nord di Israele.
Il sanguinoso attentato di ieri rompe un periodo di relativa calma seguita a settimane di ripetuti attacchi con armi bianche o con auto usate per investire i passanti. Al momento della sparatoria, il neoministro della Difesa Avigdor Lieberman era nel suo ufficio. Il premier Netanyahu ha subito convocato una riunione d’emergenza.