Libero, 8 giugno 2016
L’omicidio sul lavoro, una proposta assurda
Già il cosiddetto “omicidio stradale” suonava strano, perché un omicidio dovrebbe implicare la volontà di uccidere: altrimenti, in tutto il mondo, si chiama omicidio colposo, e te lo affibbiano se ci scappa il morto e sei stato imprudente o negligente. Bene, ora vogliono inventarsi l’omicidio sul lavoro: il deputato di Sel Giorgio Airaudo (ex Fiom) sta preparando una proposta di legge per chi abbia responsabilità nel mancato controllo delle norme di sicurezza. La Cgil è già scatenata: non hai fatto controllare gli estintori? Assassino. A rompere la diga è stata l’abnorme sentenza della Cassazione sul caso Thyssenkrupp, quella che meno di un mese fa ha spedito in galera pesante per omicidio colposo (quasi diec’anni) quattro manager che in primo grado erano stati addirittura condannati per omicidio volontario: è stata la sentenza più dura mai emessa in Italia per infortuni legati al lavoro, ma non basta, eh no, non basta. L’ex lotta di classe è ormai divenuta giustizialismo di classe (molto mediatico nel suo parlare a nome della “gente”, dei parenti, dei comitati, delle voci di popolo sobillate dai giornalisti) e già scalpitano nuovi reati in lista d’attesa: oltre al femminicidio (la star) avremo magari l’omicidio medico, o gastronomico, o sportivo. Resisterà, banale e residuale, l’omicidio di chi voleva ammazzarti.