la Repubblica, 8 giugno 2016
Ventura è l’uomo giusto per cavare il sangue dalle rape
Difficile trovare in Italia un maestro di calcio migliore di Giampiero Ventura, difficile scegliere un allenatore più bravo a cavare il sangue dalle rape, uno senza padroni e senza padrini. Difficile trovare in Italia un totem più lucente e glorioso di Francesco Totti, uno che più di lui sappia incarnare storia, geografia, filosofia e naturalmente aritmetica (gol, presenze, minuti, record) di una squadra e di una città. Difficile, però, non pensare ai 68 anni di Ventura e ai 40 di Totti: un secolo abbondante di esperienza, mestiere, vita vissuta e vista vivere. Tanta, tantissima roba. Significa, certo, che quei due sono proprio speciali, ma che il ricambio è andato pianino. Significa, forse, che l’esercito di allenatori imberbi, quelli che parevano spaccare il mondo e si sono sfarinati subito (Stramaccioni, Inzaghi Uno e Due, Brocchi, in parte pure Montella) era un’illusione ottica, o magari un frutto intempestivo, acerbo. Per ridare futuro alla nazionale servivano il sostanzioso passato e il presente giovanissimo di Ventura (tra l’altro si è appena sposato: auguri). E per ridare slancio alla Roma serviva non solo lo sventolio della bandiera Totti ma la sua capacità di segnare ancora, di giocare ancora, di dare la scossa emotiva e tecnica alle partite stanche, al pubblico un po’ disamorato, ai compagni talvolta tremuli. Qualcuno, addirittura, aveva pensato che questa scarica elettrica potesse servire anche all’Europeo: un’esagerazione o forse no, in questa nostra triste carestia di talento.
Ecco, il secolo abbondante di Ventura e Totti, che possiamo ormai considerare due classici, sta a significare anche la lentezza della crescita altrui, un autentico smarrimento generazionale. Eppure, per esempio in politica, pare sia arrivato il tempo dei giovani e delle novità. Si vede che nel calcio è un’altra storia. Qui hanno provato a dare le Ferrari ai neo patentati, ma quelli sbandavano alla prima curva. E allora largo ai Ventura, ai Totti e al loro tempo diversamente giovane.