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 2016  giugno 05 Domenica calendario

Troppe polemiche sul poliamore

Lucía Etxebarría è sinonimo di polemica. Si lamenta da tempo, l’autrice valenciana, di essere stata «espulsa dal circolo degli scrittori spagnoli». Messa all’indice, o comunque emarginata, da quando tre anni fa ebbe l’infelice idea di presentarsi a un reality di Telecinco: esperienza durata appena otto giorni e terminata con espulsione fulminante per problemi di convivenza con i compagni d’avventura e relativo seguito di accesi scambi dialettici sui social network. Ora torna a far discutere con il suo nuovo libro, che si chiama Más peligroso es no amar (Ediciones Aguilar). È più pericoloso non amare. Un saggio letterario che è un’esaltazione del “poliamor” e di altre «relazioni sesso-affettive non monogamiche». In altre parole, di quella che un tempo si chiamava promiscuità. Un lavoro che si propone di dimostrare la fine della coppia tradizionale come unico modello sociale possibile. E lo fa attraverso una serie di testimonianze di persone che vivono in regime di coppia aperta, o che formano una “trieja” (una relazione a tre) in tutte le possibili combinazioni: due donne e un uomo, due uomini e una donna, tre donne, tre uomini. O, ancora più complicato, una “cuadreja”, rapporto a quattro, e non indicheremo tutte le variabili. E poi c’è il circolo della “polifedeltà”, o il circolo nel quale non esiste fedeltà. E ancora, gli scambisti, che non cercano nessuna implicazione emotiva, e i “sesioneros” e “pajareros”, che organizzano sessioni di sesso in gruppo, con o senza l’utilizzo di droghe. «Credo che ogni persona debba trovare il sistema all’interno del quale si senta più comodo», sentenzia Etxebarría. In realtà, la maggior parte degli intervistati ammette di vivere una doppia vita: pochi sono disposti ad ammettere in pubblico la loro opzione per il “poliamor”.