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 2016  giugno 06 Lunedì calendario

Attenti a Marie, la più piccola di casa Bolloré

Blu è il nuovo verde. Marie Bolloré, figlia prediletta di Vincent e già a 26 anni nel consiglio d’amministrazione di Mediobanca, ora sale sulla Bluecar, alla bella età di 28 anni, per conquistare l’Europa. La nuova direttrice generale della mobilità elettrica del gruppo Bolloré è l’unica figlia del patriarca e ha dovuto competere con i tre fratelli più grandi per emergere.
Defilata
Diplomata all’università Paris-Dauphine, Marie è la meno famosa dei quattro rampolli e la più misteriosa, sempre un po’ defilata: dopo aver fatto uno stage alle Galeries Lafayette e un altro in Australia nel franchising del parrucchiere Prevost, sognava di prendersi un periodo sabbatico in America Latina, ma alla fine è rimasta. La quarta direzione del gruppo, quella che scommette sul futuro verde del pianeta, è stata costituita apposta per lei. Con una perdita operativa di 126 milioni su un fatturato di 265 milioni di euro nel 2015, la divisione mobilità elettrica è un microbo rispetto agli 11 miliardi di fatturato del gruppo (ben radicato anche in Italia, con partecipazioni importanti in Tim, Mediobanca e Mediaset), ma rappresenta la vetrina della capacità d’innovare della dinastia e promette grandi potenzialità di sviluppo, in un mondo che corre verso la mobilità sostenibile. E infatti si muove rapidamente: nel primo trimestre 2016 il suo fatturato è cresciuto del 17%, contro un calo del 9% per il gruppo.
Con l’inaugurazione della prima fabbrica francese di bus elettrici all’inizio di quest’anno e della prima linea di bus a Parigi la settimana scorsa, Bolloré è entrato nel business del trasporto pubblico sostenibile, un settore in grande sviluppo. La linea parigina, che collega con 23 veicoli da 12 metri l’aeroporto di Roissy con il centro della capitale, è solo la prima di una riconversione radicale all’elettrico della società parigina dei trasporti Ratp, che prevede di avere una flotta all’80% elettrica entro il 2020. Fatta di Bluebus.
L’altra grande area di business, quella della Bluecar, sviluppata in collaborazione con Pininfarina, si sta espandendo rapidamente. Dopo Parigi, Londra e Indianapolis, Marie Bolloré ha inaugurato anche a Torino il primo car-sharing completamente elettrico, con un investimento iniziale di 4 milioni di euro – che «diventeranno 13 milioni a regime”, ha annunciato il sindaco Piero Fassino – per arrivare a 150 auto e 250 colonnine di ricarica entro l’anno. A Parigi Bolloré controlla il più grande servizio di car-sharing del mondo e il primo completamente elettrico, con 4 mila Bluecar su oltre mille parcheggi (con 4-5 colonnine ciascuno) e più di 150 mila abbonati. In 5 anni il servizio Autolib è diventato ubiquo e ha completamente cambiato il modo di spostarsi dei parigini, che ormai non comprano più auto: meno di 1 abitante su due possiede la macchina. A Londra l’avanzata di BlueCity è appena all’inizio, con 100 macchine e 500 colonnine di ricarica, ma promette bene, con un piano di crescita che punta a 3 mila auto e 6 mila colonnine entro il 2018. E nel frattempo l’espansione si allarga alle città più piccole, come Lione, Bordeaux o per l’appunto Torino.
Ma il core business del dipartimento sono le batterie. Nata da un’intuizione di 15 anni fa sull’importanza delle tecnologie di accumulo, la tecnologia proprietaria litio-metallo-polimeri con BlueCar ha dimostrato di arrivare più lontano delle concorrenti (250 chilometri di autonomia contro i 100-150 delle altre) e di offrire una sicurezza di utilizzo superiore. Avviata la produzione delle batterie, con due stabilimenti in Bretagna e uno in Québec, Bluecar le ha seguite a ruota e da qui è partito lo sviluppo successivo, che ora si è allargato ai bus, ai tram, ai battelli elettrici e a tutte le tecnologie collaterali: punti di ricarica, colonnine interattive, terminali di collegamento con i cellulari, riconoscimento in radiofrequenza. Bolloré, evidentemente, ci crede. E la creazione della nuova divisione assegnata alla giovane Marie ne è un’ulteriore dimostrazione.
Divisioni
Come Carlo Magno, il patriarca divide le sue «province» tra i figli: l’elettrico a Marie, i media al cadetto, Yannick, ad della controllata Havas e recentemente cooptato nel board di Vivendi, mentre i trasporti e la logistica sono stati assegnati a Cyrille, il terzo, considerato anche il suo delfino in quanto già vice amministratore delegato del gruppo. Solo il primogenito, Sebastien, ha rifiutato di assumere una posizione nella gestione del gruppo e lavora negli Stati Uniti per la divisione di soluzioni elettriche. Ufficialmente, Bolloré ha annunciato che lascerà il suo gruppo in eredità ai figli nel 2022. Ma da qui ad allora tutto è possibile.