Corriere della Sera, 6 giugno 2016
Albertazzi e la tv generalista
Per ricordare Giorgio Albertazzi, Sky Arte Hd ha mandato in onda il film-documentario «Memorie di Adriano – La voce dell’Imperatore», un adattamento dal testo di Marguerite Yourcenar ambientato nella villa di Tivoli, nel cui suggestivo scenario l’attore ha dato voce e fisicità a uno dei personaggi letterari che ha sentito più vicino (sabato, 21.10).
Il film, per la regia di Matteo Raffaelli, costruisce un parallelismo strettissimo tra la figura di Albertazzi e quella dell’imperatore raccontato da Yourcenar, con una riflessione sul passare del tempo e sulle maschere che nella vita necessariamente s’indossano. La ribalta dell’impero romano come la scena teatrale: «La versatilità m’era necessaria. Ero multiforme per calcolo e incostante per gioco».
L’operazione di Sky Arte è un esempio elevato e di nicchia, da canale tematico culturale, ma non bisogna dimenticare che Giorgio Albertazzi ha avuto da sempre un rapporto molto stretto con la televisione generalista, indirizzata a tutti. Senza snobismi, è stato uno dei primi esponenti del mondo artistico e intellettuale a capire il potere comunicativo del nuovo mezzo di comunicazione, quando ancora non si sapeva cosa fosse ed erano incerte le sue logiche espressive.
La televisione italiana aveva iniziato a trasmettere da soli 26 giorni quando Albertazzi ha inaugurato il suo primo programma, «La prosa del venerdì». Aveva già debuttato come attore filodrammatico ma è stata proprio la tv a decretarne il successo grazie alla seguitissima trasmissione «Appuntamento con la novella», un incontro settimanale in cui leggeva i grandi classici della letteratura. I primi anni della carriera dell’attore ne hanno fatto un autentico divo della tv italiana, conosciuto anche a chi non hai mai avuto l’occasione di vederlo dal vivo: anche i suoi passi successivi sono stati costantemente divisi tra il palcoscenico e il piccolo schermo.