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 2016  giugno 06 Lunedì calendario

Robot vs Google 1 a 0. L’azienda di Mountain View è stata sconfitta dagli androidi e ora rinuncia alla Boston Dynamics (e al lancio sulla Luna)

«I computer stanno sviluppando braccia e gambe proprie e sono pronti a muoversi nell’ambiente circostante. Sarà un lancio sulla Luna» aveva pronosticato Andy Rubin nel 2013, quando Google aveva acquistato la Boston Dynamics per una cifra che non è mai stata rivelata. Rubin non è un manager qualunque: è il padre di Android, il sistema operativo per smartphone più diffuso al mondo. E nemmeno la Boston Dynamics è un’azienda qualunque: nata come spin off del Mit di Boston nel ‘92, ha sviluppato robot molto popolari su Youtube (il video di «Big dog», in realtà un mulo da guerra pensato per affiancare i soldati americani su terreni impervi, è stato visto quasi 17 milioni di volte). Ma, nonostante tutto, il «lancio sulla Luna», come l’azienda chiama tutte le sue grandi sfide, non solo è stato rimandato. Google ha deciso di cancellarlo. La società è stata messa in vendita da tre mesi e proprio in questi giorni è comparso un possibile compratore: la Toyota (un’azienda giapponese che compra robot dagli americani è come dire un napoletano che compra una pizzeria da un tedesco). Cosa se ne possa fare la Toyota è tutto da capire. Ma per adesso è più interessante analizzare al microscopio la decisione di Google: l’azienda di Mountain View è stata sconfitta dagli androidi proprio in questa decade che sui libri di Storia, così come gli anni 80 sono stati l’era dei personal computer, sarà probabilmente descritta come l’età del robot? Rubin è un appassionato di umanoidi e affini e non a caso battezzò il suo software per smartphone, «androide», rappresentandolo con il caratteristico robottino verde. Google sotto la sua pressione ha acquistato altre sette società specializzate. In effetti Boston Dynamics era la più inusuale tra tutte, non per il livello tecnologico, altissimo – hanno sviluppato anche un quadrupede, chiamato cheetah, capace di registrare il record di velocità tra i robot senza ruote: ha corso su una sorta di tapis roulant a 29 miglia orarie, una in più di Usain Bolt – ma per le finalità con cui era nata. Lo spin off dell’Mit non faceva mistero di volere diventare un contractor dell’esercito Usa, una missione su cui Google, sin dall’inizio, si era mostrata fredda.
Ma per comprendere fino in fondo la scelta di cedere la Boston Dynamics bisogna anche considerare il successo, in parallelo, di un’altra società acquistata da Google, DeepMind. Proprio a marzo, mentre veniva annunciata l’intenzione di abbandonare questo moonshot, DeepMind diventava famosa in tutto il mondo per avere umiliato, con il suo programma di intelligenza artificiale AlphaGo, Lee Sedol, il campione mondiale di Go, la dama cinese. Sedol 1, AlphaGo 4. L’homo sapiens ha rischiato il «cappotto» dalla macchina sapiens. Dunque Google potrebbe anche avere scelto di puntare più sullo sviluppo del «cervello» del robot che sui robot stessi, proprio come ha deciso di dominare l’industria degli smartphone puntando sul software e lasciando agli altri il compito di assemblare l’hardware. Una strategia che, non sarà un caso, sembra emergere anche dagli ultimi accordi firmati nel settore delle auto che si guidano da sole.