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 2016  giugno 06 Lunedì calendario

Carlo di Borbone delle Due Sicilie e l’usurpatore, che poi sarebbe suo cugino di secondo grado Don Pedro. Storia di una faida sulla parità dei diritti

«Usurpatore». L’espressione può far sorridere nei giorni in cui la Repubblica Italiana festeggia i suoi solidi 70 anni, ben al riparo da nostalgie monarchiche. Ma quella parola la ha un peso se appare in una dichiarazione rilasciata all’agenzia spagnola EFE, la più importante del regno iberico guidato da Filippo VI. E diventa una notizia se l’accusa di riguarda lo storico titolo di duca di Calabria.
Secondo Carlo di Borbone delle Due Sicilie, duca di Noto, l’usurpatore sarebbe il suo cugino di secondo grado Don Pedro di Borbone delle Due Sicilie, Infante di Spagna, titolo che indica l’appartenenza alla famiglia reale spagnola, e duca di Calabria. I due rami sono in lite sulla «pretensione», cioè sull’aspirazione a un trono perduto.
Un po’ di storia. Secondo la Prammatica Sanzione di Carlo III del 1759 nessun Borbone avrebbe potuto unificare le due corone, Spagna e Due Sicilie. Il nonno di Pedro, Carlo Tancredi, quindi rinunciò (sembra, con una scrittura privata) alla «pretensione» per entrare nella casa reale spagnola sposando l’Infanta Maria de las Mercedes. Seguirono anni di liti perché i discendenti di Tancredi misero in discussione la rinuncia, sostenendo che proprio in base alla Prammatica Sanzione, non esistendo per un trono di fatto conteso, l’atto non sarebbe stato necessario.
Il 25 gennaio 2014 un’improvvisa pace firmata a Napoli chiuse la vicenda storico-araldico-familiare con il reciproco riconoscimento di titoli e dignità. Tutto questo fino al 14 maggio scorso quando Carlo di Borbone delle Due Sicilie (in Italia noto per le sue frequenti visite nell’ex regno e per aver sposato l’ereditiera Camilla Crociani, figlia di Camillo, ex amministratore delegato di Finmare e Finmeccanica, implicato nel caso Lockheed e morto a Città del Messico nel 1980) ha deciso di allinearsi alle altre case reali europee stabilendo la «regola di primogenitura assoluta». Decidendo cioè che, dopo di lui, il diritto di «pretensione» passerà alla figlia primogenita Maria Carolina, per ora duchessa di Palermo.
Da Madrid la reazione di don Pedro è stata durissima: lui ha figli maschi e, a suo avviso, l’atto del cugino è nullo. Ma Carlo è perentorio: «È doveroso allinearsi alla direttiva europa del 2009 sulla parità di diritti tra uomo e donna. Si sono adeguati tutti i regnanti europei e non vedo perché noi dovremmo fare eccezione. La reazione di mio cugino è incomprensibile e mette in discussione l’atto familiare di Napoli, così faticosamente raggiunto. Annuncio anzi che presto mia figlia Maria Carolina verrà investita del titolo di duchessa di Calabria, che spetta in famiglia al primogenito».
Soddisfatta sua moglie Camilla: «A qualcuno può apparire una piccola cosa, lo so, ma è comunque un segno che va in generale contro la discriminazione di cui è stata troppo a lungo oggetto la donna». E il cugino re Filippo VI? Si tiene bene lontano dalla tenzone. Lui deve regnare veramente.