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 2016  giugno 06 Lunedì calendario

Mentre l’America dà l’ultimo saluto a Mohammad Ali, ex mogli e figli già si contendono l’eredità

L’America si dà appuntamento a Louisville, in Kentucky, venerdì 10 giugno, per l’ultimo saluto a Muhammad Ali, nato Cassius Marcellus Clay in questa città il 17 gennaio 1942. La bara del «più grande» sfilerà a partire dalle 9 di mattina lungo un percorso che toccherà «luoghi storicamente importanti per la sua vita», fa sapere il portavoce della famiglia, Bob Gunnel. Sicuramente la piccola casa rosa della sua infanzia, nella Grand Avenue, che è già un museo e, dove da sabato la gente porta fiori, palloncini, guantoni da pugilato. Forse la palestra di un poliziotto dove Cassius, ragazzino di 12 anni, furioso perché gli avevano rubato la bicicletta nuova, provò per la prima volta a salire sul ring. Da anni un viale e un parco di questa cittadina del Midwest sono intitolati a Muhammad Ali.
Sarà un funerale enorme, da grande leader. Il sindaco Greg Fisher ha fatto sapere che potrebbe arrivare anche Barack Obama: «So che sta prendendo in considerazione la possibilità di venire». Per ora la Casa Bianca non commenta: probabilmente devono essere ancora vagliate le misure di sicurezza. Già stabilito, invece, chi prenderà la parola per l’elogio funebre nel corso della cerimonia interreligiosa, aperta a tutti, che comincerà alle 14 nel palazzetto Kfc Yum! Center di Louisville.
La celebrazione sarà condotta dal giornalista Bryant Gumbel, anchorman delle tv Nbc e poi Cbs, grande esperto di sport e amico personale del pugile: «Seguirò le sue volontà, cercheremo di non escludere nessuno». Parlerà l’attore Billy Cristal, che esordì nel 1974 proprio con un’imitazione del campione. Ad Ali piacque, diventarono amici: «Mi chiamava “little brother”, piccolo fratello», ricordava ieri lo stesso Cristal.
Poi l’intervento più atteso, quello di Bill Clinton. Venerdì sera, quando si è diffusa la notizia della morte di Ali, l’ex presidente era in piena campagna elettorale in California, a sostegno della moglie Hillary. Il suo messaggio di cordoglio è stato il più ripreso insieme con quello di Obama. «Hillary e io – ha scritto Clinton – lo abbiamo visto diventare un uomo coraggioso sul ring, una fonte di ispirazione per i giovani, pieno di compassione per i bisognosi, forte e sempre di buonumore anche davanti alle sfide della sua malattia». L’amicizia tra i Clinton e Ali si è mantenuta solida nel tempo, anche dopo che Bill lasciò la Casa Bianca. La famiglia del pugile ha subito pensato a lui e non, per esempio, a George W. Bush che conferì a Muhammad la più alta onorificenza civile: la medaglia presidenziale della Libertà, nel 2005.
In attesa dei funerali arrivano testimonianze, ricordi da tutto il mondo. Impossibile tenere il conto: la commozione di George Foreman, uno dei suoi grandi rivali; di Paul McCartney, uno dei Beatles che incontrarono Ali a Miami negli anni Sessanta. E poi Don King, storico broker di incontri, la pop star Madonna: «Abbiamo perso un tesoro nazionale» e tutti gli altri.
Ieri mattina la salma dell’atleta immenso, del difensore dei diritti civili, dell’uomo che rifiutò la guerra in Vietnam, del musulmano devoto e generoso, è stata trasportata dall’ospedale di Scottsdale in Arizona a Louisville. Con lui l’ultima delle sue quattro mogli, Lonnie, sposata nel 1986, e i nove figli frutto dei suoi matrimoni e di due relazioni extra coniugali: sette femmine e due maschi. Hana, 38 anni, ha raccontato: «Il cuore di mio padre ha continuato a battere per 30 minuti, dopo che tutti gli altri organi avevano collassato. Non si è mai visto nulla del genere. Un vero testamento della sua forza di spirito e della sua volontà. Tutti noi eravamo intorno a lui, lo abbracciavamo, lo baciavamo, gli tenevamo le mani». Muhammad era stato ricoverato per problemi respiratori ed è morto per uno shock settico, una grave infezione.
Il clan familiare del grande campione dovrà ora gestire anche l’eredità finanziaria. Secondo le stime Ali lascia un patrimonio valutato per circa 50 milioni di dollari, frutto di compensi record negli anni d’oro della boxe e di investimenti redditizi.
L’esecutore testamentario sarà la moglie Lonnie, ma non sarà facile distribuire la ricchezza con le altre consorti, Veronica Porsche, Belinda Boyd, mentre la prima sposa, Sonji Roi, è deceduta nel 2005. Poi ci sono i figli e forse anche il fratello Rahaman Ali.