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 2016  giugno 06 Lunedì calendario

Tutte le donne di Muhammad Ali

Era un donnaiolo, un traditore, e un padre ingombrante. Ma Ali sceglieva donne di carattere, che sapevano anche stenderlo, molto più dei suoi avversari. Ci saranno anche loro al suo funerale. Le sue donne, le sue famiglie.
Ali ha avuto quattro mogli e nove figli: sette femmine due maschi. Due delle sue figlie Mija, del 1972, e Khalilah, del 1974, sono nate da relazioni extraconiuguali. La prima moglie, Sonji Roi Clay, era cameriera in un bar e aspirante cantante. Clay la incontrò nel luglio ’64 e la sera stessa la chiese in matrimonio. La corte durò meno di un mese. Si sposarono ad agosto: lei aveva 23 anni, lui 22. Quando lui, vinto il titolo mondiale, cambiò il nome in Muhammad Ali lei non ne fu troppo contenta. E fece sapere: «L’Islam non fa per me». A gennaio del ’66 erano già separati, nessun figlio. Lei adorava pellicce, trucco e minigonne, lui le chiese di allungare l’orlo. Erano in auto, quando si sentì dire: ti comprerò un vestito semplice e modesto. Sonji rispose: accosta, e scese per sempre dalla sua vita. Forse per questo Ali, scherzando (ma non troppo), dichiarava: «I combattimenti più duri li ho avuto con mia moglie». Sonji è morta per arresto cardiaco a 59 anni.
La seconda, Belinda Boyd, veniva da Chicago, aveva genitori islamici, e non aveva bisogno di convertirsi. Si scelse il nome di Khalilah, e praticò le arti marziali. «Ero un maschiaccio, avevo 16 anni, lui 24. Pioveva e Ali mi disse di salire in macchina, mi avrebbe accompagnato a casa. Riposi di no, lui mi seguì, con il finestrino abbassato. Era alto e belloccio, a me bastava. Lo sposai nel ‘67, io ero vergine. Gli avevano tolto il titolo mondiale e la licenza pugilistica, non poteva combattere, non aveva soldi, né carte di credito. Era a terra, in tutti i sensi. Io gli ho insegnato ad avere fiducia in se stesso. Io l’ho mantenuto per tre anni con i soldi di una borsa di studio universitaria. Cucendo abiti, ricamando, mandando avanti la casa, non chiedendo mai un dollaro». Insieme hanno tre figlie: Maryum nel ‘68, le gemelle Jamillah e Rasheda nel ’70, e finalmente il maschio Muhammad jr. nel ‘72, a cui lui teneva molto.
Ma intanto Ali ha altre relazioni e due figlie segrete. Nemmeno suo padre era stato un santo: tante donne e molto alcol. Ali in Africa a Kinshasa porta una modella, Veronica Porsche, che abitava a Los Angeles. La fa passare per cugina e per bambinaia, ma tutti sapevano che ci andava a letto. Anche Khalilah. «Si giustificò dicendo che l’Islam ammette la poligamia. Gli risposi che noi vivevamo in America dove la poligamia non era accettata. Non poteva mancarmi di rispetto in quel modo, era una questione di dignità. Un conto sono le avventure, un altro le storie parallele. Da uomini a diventare padri ce ne vuole». Poi ci fu il match con Frazier nel ‘76 a Manila, dove Veronica viene presentata come moglie. Khalilah era in America, ma leggeva i giornali. «Gli urlai al telefono, lui mi provocò: sono balle, vieni qui a controllare». Lei s’imbarcò subito: 26 ore di viaggio per arrivare a Manila. «Ero piuttosto infuriata quando sbarcai, più che una visita feci un’irruzione, le due guardie del corpo non tentarono nemmeno di fermarmi, buttai giù la porta. Ero cintura nera. Ma per quindici minuti menai senza stile, piena di rabbia. Prima di Frazier, gli toccò vedersela con me. Ma volevo dimostrare che ero una madre che non si abbassava a certi compromessi. Chiesi il divorzio e tornai a Chicago. Ali sul ring è stato grande, come marito un po’ meno».
Ali dopo di lei sposò Veronica che però voleva fare la modella a Parigi e non accettava le regole dell’Islam. Anche a lei piaceva vestirsi come le pareva. Dopo due figlie, Hana e Laila, l’unica che è salita su un ring, si separano nell’86. Lui, peggiorato dal Parkinson, si riavvicina ad un’amica di Louisville, una ragazzina di nome Yolanda “Lonnie” Williams, che inizia a prendersi cura della salute del pugile e che sposa. In più adottano Assad di cinque mesi. Lonnie ha appena preso un master in business alla Ucla e si mette subito al lavoro per ottimizzare e supervisionare i contratti di Ali.
Lonnie è la moglie del dopo- carriera, la forza motrice dietro il Muhammad Ali center di Louisville, associazione non profit da 60 milioni di dollari, aperto il 19 novembre 2005, il giorno del diciannovesimo anniversario del loro matrimonio. Ali si era ritirato nell’81 con un patrimonio di 49 milioni di dollari, ma tra tasse, divorzi, donazioni alla Nazione dell’Islam era rimasto con meno di 4 milioni. È Lonnie che insieme ad amici e consulenti ha riorganizzato gli affari (200mila dollari la tariffa per un’apparizione) e garantito un buon tenore di vita. E sarà lei, custode degli anni silenziosi di Ali ad agire da esecutore testamentario per la ripartizione dell’eredità, 50 milioni di dollari. Nove figli, tre mogli, ma Lonnie sarà quella ad avere l’ultima parola. L’unica mai tradita.