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 2016  giugno 04 Sabato calendario

È il momento di Murray, più europeo che inglese

«Murray gioca come a Roma. È più europeo che inglese» osserva il mio amico aficionado, appena arrivato al Roland Garros da Milano. «Hai ragione» rispondo. E gli ricordo che la mamma non lo trattenne sui verdi praticelli dell’asilo di Glasgow, ma lo mandò a costruire castelli di sabbia sulle rosse spiagge di Barcellona.
«E così – riprende l’amico – ha migliorato i suoi risultati al Roland Garros, che sono quattro semifinali, delle quali tre negli ultimi tre anni. Come l’hai visto, in questo torneo sulle sabbie mobili ?». «In crescendo. Maluccio all’inizio, capace addirittura di lasciare i primi due set al vecchio seduttore Stepanek, e due dei primi tre a quel battitore di Karlovic. Poi si è messo a sbagliare sempre meno, e allungare sempre più. Tre set a zero a Isner, il primo set a Gasquet, ma dodici games a due nel terzo e nel quarto set». «E oggi?». «Oggi speravano in molti nell’affermazione di Thiem. Thiem avrebbe rappresentato la novità che tutti aspettano dopo anni dei Fab Four, come li aveva denominati un mio collega inglese. Avrebbe, anche, rappresentato un tennista in grado di colpire la palla con grandi gesti a una mano, un tennis violento simile a certi nonni americani, Jack Kramer e Dick Savitt». «E cosa gli è successo? Emotività, poca abitudine ?». «Anche questo. A frustrarlo è stata soprattutto la lentezza del campo, e il peso delle palle zuppe. Il mio collega Enrico Milani, buon tennista di Club, ha provato a pesarne una, che dai 56 grammi regolamentari era giunta addirittura a 84». «Ma questo non dovrebbe infastidire uno che picchia come lui». «Picchia, ma sta con la schiena vicino ai teloni. Per consentirsi gesti tanto ampi». «Un po’ come Wawrinka?». «Un po’ come Wawrinka, ma ancor di più» ho acconsentito, e con questa duplice affermazione, sono uscito dal dialogo che vi offro, per andare a inginocchiarmi davanti a Rod Laver, premiato dal cosiddetto Presidente francese, l’ex rugbista e impiegato comunale Gachassin.
Mi pare manchi, a proposito di simile chiacchiera, qualsiasi previsione riguardo alla finale. La vittoria di Murray lo assocerebbe ai diciotto tennisti capaci di realizzare il binomio Roma- Parigi, un record che inizia nel 1951, col mio povero amico e avversario Jaroslav Drobny. Mi sbilancio, ricordando Gioan Brera e la sua affermazione «i pronostici li sbaglia chi osa farli». E dico Djokovic, anche contro questo scozzese in gran forma.
Semifinali maschili: Djokovic (Ser) b. Thiem (Aut) 6-2, 6-1, 6-4; Murray (Gbr) b. Wawrinka (Svi) 6-4, 6-2, 4-6, 6-2.
Semifinali femminili: Muguruza (Spa) b. Stosur (Aus) 6-2, 6-4; S.Williams (Usa) b. Bertens (Ned) 7-6 (7), 6-4.