la Repubblica, 4 giugno 2016
Il gufo, senza orecchi e incapace di muovere gli occhi
Il gufo appartiene all’ordine degli Strigiformi. È un uccello notturno, di giorno dorme dentro le cavità degli alberi, mimetizzato. Concentra tutte le sue attività – procurarsi cibo, mangiarlo, difendersi dai nemici, fare sesso – dopo il calar del sole. Fedele al vecchio proverbio “ciò che non strozza, ingrassa”, il gufo è diventato celebre per la sua abilità di girare la testa di 270 gradi, oltre che in direzione verticale. Ma pochi sanno che questo talento è solo la conseguenza della totale incapacità di muovere gli occhi. E oltretutto non ha orecchi. O meglio, li ha, ma non dove te li aspetteresti. Quei pennacchietti pelosi che sfoggia esattamente nel punto in cui dovrebbero essere gli orecchi, del tutto simili a orecchi, sono infatti solo pennacchietti. Porta sfortuna, secondo la tradizione. Per via del lugubre canto e dell’aspetto terrificante che assume quando spalanca le ali e gli occhi contro i nemici. D’inverno, si appollaia insieme ad altri gufi sugli alberi, formando delle piccole comunità di sfaccendati. In primavera si rianima e parte in cerca di una femmina con cui accoppiarsi. Come molte altri specie, il gufo sta sulla terra un po’ a caso, a perder tempo. A fornire ispirazione a romanzi, poesie, ritratti... proprio come noi.