la Repubblica, 4 giugno 2016
Sono spariti i simboli dei partiti
Indebolita dall’antipolitica, mimetizzata in mille liste civiche e soffocata dalla crisi della militanza: ecco dov’è finita la Repubblica dei partiti. Rintracciare un simbolo tradizionale nelle liste è ormai un’impresa, mentre il grafico degli ultimi vent’anni mostra l’impetuosa ascesa di contenitori cittadini che nascono e muoiono nello spazio di un’elezione. Certo, il meccanismo elettorale per i comuni con meno di 15 mila abitanti rende le civiche “convenienti”. Un tempo, però, anche le piccole forze erano radicate a tal punto che preferivano contarsi. E nelle grandi città c’era spazio solo per il logo di partito. Siamo di fronte a un declino inesorabile? Basta comparare le comunali del 1997 con quelle del 2016: parlano i numeri.
RADDOPPIANO LE CIVICHENel 1997 si votò ad aprile, poi ancora a novembre. In tutto 1418 comuni con 2117 liste civiche: 1,49 per ogni città. Vent’anni dopo, amministrative del giugno 2016, si contano 3910 civiche in 1342 comuni: stavolta la media è 2,91. Il doppio.
NIENTE SIMBOLI IN 2 COMUNI SU 3Molti di coloro che si recheranno domani alle urne non troveranno sulla scheda un simbolo di partito, perché nel 65,2% delle città correranno solo liste civiche. E nel 1997? Allora soltanto il 32,3% dei comuni si trovava in questa condizione. Che è poi, secondo l’Antimafia, lo schema peggiore perché rischia di favorire l’infiltrazione criminale nelle amministrazioni.
NIENTE M5S IN 8 COMUNI SU 10Sarà che sbocciano ovunque liste cittadine, o forse è colpa di organizzazioni molto meno “militari” di un tempo, fatto sta che i partiti non presentano il proprio simbolo in moltissime realtà. Il 5 giugno il Movimento cinque stelle correrà nel 18,7% dei comuni. Non ci sarà, insomma, in 8 città su 10.
POCO PD SULLE LISTEIl logo del Pd è visibile solo nell’11,6% dei comuni, anche se in parecchie realtà è mimetizzato proprio nelle civiche.
FORZA ITALIA NON C’È PIÙArranca ancora di più il partito di Silvio Berlusconi, che lancia liste solamente nel 6,7% delle città al voto: una vera e propria miseria.
CALABRIA, IN 20 ANNI IL BOOMIl caso calabrese è emblematico. Nel 1997 i comuni in cui si potevano votare solo liste civiche erano il 42%. Nel 2016 la cifra è più che raddoppiata: 91,7%. Significa che in nove città su dieci i simboli di partito sono letteralmente scomparsi.
LA CONTA DEL DECLINONon c’è solo la Calabria. I comuni “civici al 100%” sono passati dal 54,3 all’89% in Sardegna, dal 30,8 all’84,8% in Molise, dal 36,6 all’81,9% in Abruzzo. E ancora, sempre nella parte alta della classifica: dal 40 al 79,6% in Liguria, dal 37 al 78,3% in Piemonte.
LA CAMPANIA TRIPLICADal 1997 triplicano le civiche in Campania, passando dal 27,1% al 75%. E volano anche nel Lazio: dal 37,2% al 71,6%.
PIÙ MOVIMENTO AL SUDI cinquestelle mostrano un buon radicamento nel Mezzogiorno. In Puglia lanciano il simbolo nel 52,5% delle città chiamate alle urne. E anche in Sicilia vanno forte: 51,7%. Tanto grillismo anche in Umbria (36,4%), Toscana (34,6%), Veneto (30,5%) ed Emilia (28). Quasi non si vedono, invece, in Calabria (5,9%), Molise (6,1%), Liguria (6,7%) e Sardegna (9%).
PD A TRAZIONE APPENNINICASopra la propria media nazionale la presenza del simbolo dem in Toscana (19,2%), Umbria (18%) ed Emilia (18%). Forte la presenza in Sicilia (41,4%) e Puglia (27,1%). Male invece Molise e Abruzzo: entrambe si fermano sotto il 5%.