Il Messaggero, 5 giugno 2016
La biopsia liquida, la nuova frontiera contro i tumori
Il test del sangue, ripetuto anche ogni 15 giorni, consentirà presto di tenere sotto assedio vari tipi di tumore, monitorandone l’evoluzione e rendendo possibile tarare le cure ed i farmaci anche a seconda dello sviluppo della malattia. È lo scenario che si realizzerà nell’arco di 1 o 2 anni grazie alla biopsia liquida, ovvero l’esame del Dna delle cellule tumorali circolanti nel flusso sanguigno.Alle potenzialità di questa nuova arma sono dedicate alcune sessioni del congresso dell’Associazione americana di oncologia clinica (Asco). Uno studio è stato condotto su 15.191 pazienti affetti da 50 differenti tipi di cancro. Uno dei più grandi mai effettuati nel settore della genomica dei tumori. Tra le ricerche, spicca quelal italiana in questo ambito.
LA GENOMICA
Uno dei tumori già monitorato è quello aggressivo del colon retto, come spiega Alberto Bardelli, responsabile Genomica dei tumori all’Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo (To): «Per le sperimentazioni cliniche stiamo già utilizzando la biopsia liquida per monitorare i pazienti con cancro al colon metastatico. Grandi vantaggi i vantaggi. Oggi, infatti, si effettua la tac per valutare se un tumore è in progressione, ma la tac ci dice solo che il tumore si ingrandisce e non il perché. La biopsia liquida, invece, ci fa capire quale tipo di resistenza si stia sviluppando al farmaco utilizzato. Per il cancro al colon è fondamentale, poiché per 4 pazienti su 10, con un certo tipo di resistenza, è possibile optare per farmaci alternativi».
In un paio d’anni la biopsia liquida sarà disponibile e cambierà la diagnosi dei tumori solidi. Lo conferma anche Paolo Marchetti, direttore Oncologia medica dell’Università Sapienza di Roma: «Abbiamo in corso tre studi. Nel cancro al polmone, alla mammella e nel melanoma. Non è ancora un test di routine, ma le potenzialità sono enormi: per il cancro al polmone, ad esempio, ci permette di sapere se ci sono delle mutazioni e questo rende possibile l’impiego di farmaci a bersaglio molecolare personalizzati».
I COSTI
Un enorme passo vanti anche sotto il profilo dei costi. «Innanzitutto – aggiunge Marchetti – la diagnosi precoce consentirebbe di curare i pazienti ad uno studio iniziale con notevoli risparmi e utilizzando un metodo dai costi modesti, che a fronte di un largo uso delle tac arriverebbe a determinare un risparmio significativo per la sanità pubblica».