Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  giugno 05 Domenica calendario

Oggi si vota per eleggere i sindaci e i consigli comunali di 1.342 città grandi e piccole. Gli italiani chiamati al voto sono più di 13 milioni

Oggi si vota per eleggere i sindaci e i consigli comunali di 1.342 città grandi e piccole. Gli italiani chiamati al voto sono più di 13 milioni. Urne aperte solo oggi dalle 7 alle 23, tranne in Friuli-Venezia Giulia, dove si adotterà un orario più corto: 8-22. Chiusi i seggi, si darà inizio allo spoglio. Dopo qualche incertezza, infatti, è stato deciso di non prolungare a domani la tornata elettorale.

Prima di tutto spieghiamo come si vota.
La faccenda è complicata dal fatto che dovremo scegliere tre cose: un sindaco, una lista per il consiglio comunale, uno o due consiglieri di quella medesima lista. Se si scelgono due consiglieri, bisogna che il secondo sia di sesso diverso dal primo. Il voto per un secondo consigliere che fosse dello stesso sesso del primo sarà annullato, passerà cioè solo il consigliere votato per primo. Vicino al simbolo della lista, appariranno due spazi bianchi: è in questi spazi, stampati uno sotto l’altro, che si potranno scrivere i nomi dei due consiglieri prescelti, di sesso diverso.  

Come si sceglie la lista?
Si fa una X sul simbolo della lista. Non è obbligatorio scrivere i nomi dei due consiglieri. Non è obbligatorio barrare la casella col nome del candidato sindaco: ogni lista è collegata al nome di un candidato sindaco, se si barra solo la lista, il voto verrà automaticamente trasferito anche al candidato sindaco collegato. Ma c’è un «ma»: è possibile votare una certa lista, e poi dare il voto a un candidato sindaco collegato a un altro gruppo di liste. Si chiama «voto disgiunto». Non è possibile però votare per due liste diverse. Se qualcuno vota per due liste diverse, il suo voto viene annullato.  

Veniamo al sindaco.
È la parte più semplice: si barra la casella corrispondente al nome di un candidato sindaco e, naturalmente, non è possibile votare per due candidati sindaci.  Se si barrano due caselle, il voto viene annullato. Per risultare eletto, bisogna che un candidato sindaco prenda la metà dei voti più uno. Se nessun candidato sindaco raccoglie la metà dei voti più uno, i due candidati sindaco più votati andranno a un ballottaggio. Questo ballottaggio si disputerà tra due settimane, domenica 19 giugno. A quel punto il candidato che avrà raccolto più voti sarà proclamato sindaco. Solo allora sapremo con certezza i nomi dei consiglieri eletti. Per garantire una maggioranza al sindaco eletto, infatti, alle liste collegate al sindaco eletto sarà assegnato il 60% dei seggi, alle altre liste il 40%, con metodo proporzionale. In Friuli-Venezia Giulia, nei comuni con meno di 15 mila abitanti, non viene ammesso il voto disgiunto (nel caso, il voto si considera valido solo per il sindaco). Nei comuni con meno di cinquemila abitanti, è in genere ammessa una sola preferenza, tranne che in Sicilia e in Friuli-Venezia Giulia, dove le preferenze sono sempre due.  

Bene. Quali sono le città più importanti chiamate al voto?
Roma, Milano, Napoli, Torino e Bologna.  

Che cosa si prevede in queste città?
Il record è a Torino, dove si candidano alla carica di sindaco in 17. Ma tutti i sondaggi dànno vincente Fassino, però non al primo turno, ma al secondo. Sua avversaria sarà la grillina Chiara Appendino, per quello che s’è sentito in campagna elettorale la più convincente dei candidati del Movimento 5 Stelle in corsa nelle varie città. Essendo il centro-destra diviso, non ha chance il candidato forzista Osvaldo Napoli. C’è curiosità per il risultato del candidato di sinistra Giorgio Airaudo, famoso sindacalista dei metalmeccanici. Un’affluenza inferiore al 60% potrebbe favorire la vittoria immediata di Fassino. A Roma si andrà sicuramente al ballottaggio, nessun candidato riscuotendo nei sondaggi un consenso superiore al 30%. I più accreditati per l’accesso al secondo turno sono la grillina Virginia Raggi, il renziano Giachetti e Giorgia Meloni, sostenuta da Lega e Fratelli d’Italia. I sondaggisti dànno poche chances ad Alfio Marchini, sceso in campo da solo e poi adottato da Berlusconi: non prenderebbe più del 13%. Curiosità, anche qui, per il risultato di Stefano Fassina, in corsa per la sinistra. A Milano, ballottaggio sicuro tra il renziano Beppe Sala, forte del successo dell’Expo, e il moderato Stefano Parisi, sostenuto da un centrodestra stavolta unito. Molta incertezza sull’esito finale. A Napoli dovrebbero finire al ballottaggio il sindaco uscente De Magistris (accreditato nei sondaggi della vittoria finale, e candidato leader della sinistra antirenziana) e Gianni Lettieri, indipendente sostenuto dai partiti di destra e già battuto da De Magistris nelle elezioni di cinque anni fa. A Bologna, il sindaco uscente Virgino Merola (Pd) potrebbe risultare eletto al primo turno. Altrimenti, si disputeranno l’onore del ballottaggio il grillino Massimo Bugani e la leghista Lucia Borgonzoni.