La Stampa, 3 giugno 2016
Allontanare le zanzare con menta e rosmarino
Benedetta sia la pioggia di questi giorni, non quella violenta e furiosa che si fa grandine e tritura il giardino, ma quella discontinua e leggera che lo allevia e lo nutre. E che a noi giardinieri risparmia un bel po’ di lavoro. Eppure sarà proprio da questa pioggia, rimasta stagnante negli incavi più nascosti, che partirà il grande assalto delle zanzare: basteranno pochi giorni di sole e soprattutto di caldo, con temperature intorno ai 25 gradi, perché si schiudano le uova e abbia inizio il ben noto tormento.
Tormento al quale occorre in parte rassegnarsi: le zanzare, compresa l’agguerritissima «zanzara-tigre», sono un vero leit motiv nei giardini d’estate, un odioso ma pur sempre significativo simbolo della tenuta (effimera?) del nostro ecosistema. Tentare di sterminarle con insetticidi chimici e velenosi, come si fa ahimè più spesso di quel si pensi, non solo è un’opera degna di Sisifo e rischiosa per la nostra salute, ma è controproducente, perché va a colpire alla fine gli stessi animali che delle zanzare si nutrono e che sono quindi nostri preziosi alleati.
Rane, rospi e raganelle, così come lucertole e salamandre, sono la difesa migliore, al pari delle libellule e dei tanto bistrattati pipistrelli, che in una sola notte possono divorare migliaia di zanzare. E che dire del contributo dei volatili, rondini e rondoni in testa, o dei pesci, che di quelle larve sono ghiotti estimatori? In particolare le gambusie, minuscoli pesci americani capaci di moltiplicarsi con facilità in acque che vanno dagli zero gradi fino ai 30. Benvenuti, dunque, i nidi, le mangiatoie, le piccole vasche e le ancora poco conosciute ma utilissime «bat boxes», benvenuta quella vita selvatica che riesce solo là dove i prodotti chimici non entrano.
Alcuni accorgimenti sono poi possibili per attenuare le invasioni, primo tra tutti quello di svuotare i sottovasi, sede per eccellenza della riproduzione: una volta fuori dall’acqua, le uova deperiscono velocemente. In generale più le pozze sono piccole e putride e più sono preferite: fondi di innaffiatoio, ristagni in teloni di plastica, cavità degli alberi, canne di bambù spezzate e così via. Pare che un filo di rame nei sottovasi, se cambiato periodicamente e non lasciato ossidare, possa essere un buon deterrente. Ma che lavoro! Soprattutto si può provare a piantare in giardino alcune piante particolarmente odiose per le zanzare, le lamiaceae in testa: lavande, timi, rosmarini, basilici e mente, con i loro aromi intensi e pungenti, possono già dare un contributo.
In particolare la menta romana (Mentha pulegium), quella che cresce nelle zone umide e non supera i 40 centimetri di altezza: d’altronde il suo nome deriva dal latino «pulex», proprio perché veniva usata per allontanare pulci e affini. E che dire della Melissa officinalis, amatissima dalle api e ideale per tappezzare le ombre dei sottoboschi, o della Nepeta cataria, la famosa erba gatta, che preferisce invece il sole e sopporta bene anche i terreni più siccitosi? Tutte piante facili e resistenti, che altro non vogliono che substrati ben drenati. Purtroppo meno rustiche, perché non resistenti al gelo, sono le erbe citronelle, ormai alla moda, e i vari Cymbopogon, con le lunghe foglie nastriformi e profumate, che qui al Nord possono essere coltivate come i gerani, in vaso e riparate durante l’inverno. Se ben protetta da un muro rivolto a Sud, può invece resistere in piena terra l’erba Luisa (Lippia citriodora): una buona pacciamatura autunnale saprà fornire un valido aiuto. E lo stesso discorso vale per le fioriture autunnali e color indaco del Caryopteris clandonensis, pianta ancora poco conosciuta ma bellissima, con foglie mentolate repellenti per zanzare & Co. E poi pelargoni a foglia odorosa, tagete e, nei climi più miti, le sempre bellissime fioriture estive dell’agerato, senza dimenticare le virtù aromatiche dell’erba di San Pietro e delle altre specie di Tanacetum, con il cinerariifolium in primis.